Può un edificio essere il simbolo di una
disciplina scientifica? Secondo noi sì.
La geologia si strutturò come disciplina moderna nelle isole britanniche, e non a caso a Londra vengono adeguatamente curati e conservati i luoghi simbolici di questo primato: pensiamo in primo luogo al Natural History Museum di South Kensington, spazio espositivo prestigioso con flussi di visitatori da noi neanche immaginabili, o la Burlington House di Piccadilly, sede della Geological Society of London.
In Italia invece l’edificio abbandonato dell’Ufficio Geologico di Largo Santa Susanna a Roma è l’impietoso emblema dell’immeritato declino delle Scienze della Terra nel contesto culturale nazionale del XXI secolo. Questo bene collettivo è ad altissimo rischio di oblìo, proprio in un Paese esposto ai rischi naturali, dalle mille tragedie subito dimenticate dopo pochi giorni, che non può permettersi - ora più che mai - di perdere la propria memoria geologica.
Per questi motivi si è recentemente deciso di inserire lo storico edificio di Largo Santa Susanna a Roma, sede del Servizio Geologico d’Italia (già Regio Ufficio Geologico) e del Museo Geologico Nazionale, tra i “Luoghi del Cuore”, nell’ambito del censimento dei luoghi italiani da non dimenticare promosso per il 2014 dal FAI - Fondo per l’Ambiente Italiano.
GEOITALIANI sostiene questo progetto finalizzato a far riconquistare ai cittadini di Roma, d’Italia e del resto del mondo le Collezioni geologiche dello Stato italiano, che contengono - tra l’altro - le Collezioni di marmi antichi tra le più prestigiose al mondo, oggi tutte imballate e non visibili, se non in parte e solo on line (http://www.isprambiente.gov.it/it/museo/collezioni).
E’ lecito sognare che il nostro luogo del cuore, situato in pieno centro storico a Roma ed in posizione strategica rispetto ai principali percorsi turistici, possa un giorno tornare ad essere ciò che merita?
Se siete sensibili a questo tipo di “sottrazione“ della conoscenza e del godimento dei beni culturali e condividete il nostro ragionamento, vi chiediamo quindi di divulgare l’iniziativa e di VOTARE e FAR VOTARE il nostro luogo del cuore, l’edificio di cui di seguito vi narriamo la storia.
http://iluoghidelcuore.it/luoghi/roma/roma/museo-geologico/80556
La storia dell'edificio dell'Ufficio geologico di Largo Santa Susanna
di Marco Pantaloni e Fabiana Console
L'edificio di grande prestigio, progettato dall'ing. Raffaele Canevari, venne inaugurato dal Re Umberto I il 3 maggio 1885 come “Museo Agrario Geologico”, ed è stato la
sede storica dell’Ufficio Geologico, della biblioteca e delle sue collezioni
per oltre 100 anni.
Il palazzo si trova in pieno centro storico, a
poche centinaia di metri dalla Stazione Termini, all’inizio di via Bissolati,
sede delle più importanti compagnie aeree internazionali, e a poche centinaia
di metri da via Veneto e piazza Barberini.
Chiunque abbia visitato la città, per
lavoro o per turismo, ci è passato di fronte e ha notato la scritta, posta sulla sommità della facciata “R. Ufficio Geologico”.
Nell’edificio
vennero ospitate ed esposte al pubblico, dislocate su tre piani su una
superficie di 2.700 m2, le prestigiose collezioni paleontologiche
e lito-mineralogiche appartenenti al Servizio Geologico d’Italia, fino al 1995,
anno in cui gli uffici e il museo furono chiusi per consentire la ristrutturazione
dell’edificio.
Il Museo era il quarto in Europa dopo quelli di San Pietroburgo, Berlino e Londra, e il Servizio geologico partecipò, nel corso degli anni, ad importantissime esposizioni di risonanza internazionale dando lustro al nostro Paese.
Nello stesso era
ospitata anche la Biblioteca del Servizio, la più completa in Italia, ancora oggi, nel campo delle Scienze della Terra,
che comprende circa 46.000 carte geologiche e geotematiche, delle quali 15.000
italiane (oltre 1000 appartenenti al fondo antico), 2.200 testate di periodici
(per complessivi 80.000 volumi), 15.000 monografie (circa 700 antiche), 63.000
fotogrammi di telerilevamento aereo.
Oltre ai beni
“materiali”, l’edificio ha ospitato, nel suo lungo periodo di vita, l’attività
dei più illustri scienziati (geologi e ingegneri) che hanno contribuito allo
sviluppo della nostra disciplina, portando avanti, nel tempo e con grande
spirito di sacrificio, il progetto di cartografia geologica del nostro Paese. I
nomi di questi scienziati potranno apparire sconosciuti ai più, ma cercando
informazioni sul contributo fornito da Quintino Sella, Felice Giordano, Igino Cocchi, Bernardino Lotti, Domenico Zaccagna, Nicolò Pellati, Pompeo Moderni, Vittorio Novarese,
molti rimarranno stupiti dell’importante ruolo da loro ricoperto, sia in ambito
scientifico, sia politico che sociale.