domenica 24 gennaio 2021

Il sinkhole di Marcellina (Roma), vent’anni dopo

di Alessio Argentieri, Flavio Cecchini, Michele Di Filippo, Siro Margottini

La notte tra il 24 e il 25 gennaio 2001 nei pressi di Marcellina, paese situato circa 40 km ad Est di Roma, si generò improvvisamente un sinkhole all’interno di un fondo agricolo. L’immagine della neoformata voragine scattata da Siro Margottini durante i primi rilievi del giorno successivo, con la luce di un limpido pomeriggio invernale ad illuminare il versante occidentale dei Monti Lucretili, è divenuta un’icona.

Dalla fine degli anni Novanta ad oggi l’attenzione per questi fenomeni è infatti molto cresciuta in Italia, a livello sia scientifico- tecnico, sia di gestione del territorio. Nel Marzo del 2000 il convegno a Grosseto, organizzato dalla Regione Toscana a seguito dello sprofondamento del 1999 in località Bottegone, nel territorio del capoluogo maremmano. E’ del 2002 l’avvio da parte dell’allora APAT (Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici, istituita nel 1999 e nel 2008 confluita nell’ISPRA- Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) del “Progetto sinkhole”, curato dal Servizio Geologico d’Italia, nel cui ambito si sono tenuti convegni internazionali e sono stati pubblicati volumi speciali. Le normative delle Regioni a maggiore suscettività hanno recepito tali progressi delle geoscienze nei propri ordinamenti, adottando norme e provvedimenti specifici.


Una parte del merito di aver risvegliato l’attenzione su questi temi va anche al sinkhole della Piana di Pozzo Grande, che dopo molti decenni, fu il primo caso documentato in tempo reale nel territorio provinciale di Roma. I primi dati furono presentati nel giugno dello stesso anno al Convegno “Il Dissesto idrogeologico: inventario e prospettive” tenutosi presso l’Accademia Nazionale dei Lincei (Roma, 5/6/2001). Anni dopo, la fotografia che accompagna quest’articolo venne scelta per la copertina del terzo Workshop “LE VORAGINI IN ITALIA”, così come l’immagine del già menzionato sprofondamento del 1999 in località Bottegone (Grosseto) lo era stato per gli atti del 1° seminario del 2004.

Di recente si è concluso un accordo di collaborazione interistituzionale tra ISPRA - Servizio Geologico d’Italia, Regione Lazio - Direzione Regionale Capitale Naturale, Parchi e Aree Protette e Città Metropolitana di Roma Capitale - Servizio Geologico e difesa del suolo, protezione civile in ambito metropolitano, finalizzato ad un progetto pilota per la valorizzazione e tutela, accanto ai classici beni culturali di carattere geo-paleontologico, di altri luoghi degni di attenzione: i “siti della memoria geologica”. Si tratta di ‘oggetti geologici’ non più tangibili o visibili ma che, al pari di un affioramento o di un paesaggio, sono interessanti per essere stati teatro di eventi significativi per il progresso delle scienze geologiche e dello studio del territorio. Il progetto pilota, avviato nel 2018, era finalizzato ad ampliare la visione di sistema dei geositi, in virtù del consolidato radicamento dei concetti di geodiversità e di valorizzazione e conservazione del patrimonio geologico, sia nella cultura del territorio che nella normativa di settore. Si tratta di una iniziativa intrinsecamente permeata dallo spirito che, oltre dieci anni fa, diede vita al progetto GEOITALIANI ed alla nascita della sezione di Storia delle Geoscienze in seno alla Società Geologica Italiana.

Ciò ha consentito lo sviluppo e l’implementazione di una banca dati informatizzata dei siti della memoria geologica- per ora popolata con i dati del Lazio- collegato al database nazionale dei Geositi. La proficua collaborazione ha inoltre prodotto un Volume dedicato ad un primo censimento di tali geositi storici nel Lazio, descritti negli articoli ivi raccolti (Pantaloni et al., 2020), con finalità di contribuire a mantenerne viva la “memoria geologica” tramite la descrizione dei luoghi, degli eventi geologici e, non ultimo, dei personaggi che hanno contribuito a diffondere l’interesse per quei posti. Il Volume verrà presentato con un seminario online il prossimo Venerdì 29 gennaio 2021, dalle ore 9.00 alle ore 13.30, con alcuni degli interventi dedicati proprio a siti interessati da sprofondamenti

Collegamento online sul canale youtube ISPRA 

Il sinkhole di Marcellina, pur collocato in un contesto peculiare e rappresentando un oggetto geologico di interesse, ad oggi non è compreso nella catalogazione ufficiale dei Geositi di reperimento o emergenze geologiche del Lazio.

Lungo il solco ormai tracciato, di recente è stato perciò proposto, con una breve nota (Argentieri & Di Filippo, 2020), di classificare e inserire nella banca dati anche il sinkhole della Piana di Pozzo Grande, a vent’anni dalla sua genesi, quale ulteriore sito della memoria geologica recente. L’auspicio è che altri contributi vadano a corroborare ed arricchire questa nuova visione di sistema del territorio.


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