sabato 24 marzo 2018

La ricerca mineraria italiana in A.O.I. 1937-1941

Questo post è la sintesi di un libro
dal titolo "L'Africa di mio padre"
che l'Autore ci ha gentilmente concesso di pubblicare.

di Aurelio Fadda

- Quarta e ultima parte -

Il Geologo Alberto Parodi

Alberto Parodi era nato nel 1907 a Puno, un paese sul lago Titicaca in Perù, sito ad una altitudine di 3.812 m. S.l.m. dove il Padre Costantino con la famiglia si era trasferito. 
Alberto studia a Puno al collegio “San Carlos” e a 20 anni rientra in Italia per studiare geologia al Politecnico di Milano dove fu discepolo del Professor Ardito Desio. 
Dopo la laurea si trattenne in Italia con residenza a Isola del Cantone (Genova), comune di origine della sua famiglia. Segnalato dal Professor Ardito Desio, come valido geologo, venne assunto dalla S.A.P.I.E.  il 14 ottobre 1937 con contratto a tempo indeterminato, giunse a Jubdo (Etiopia) il 06 gennaio 1938 ed assunse il comando della colonna di esplorazione geomineraria n°4.
Alla stessa colonna e sotto la sua guida, era assegnato il giovane laureando Alfredo Pollini, giunto assieme a lui in Africa, che lo affiancò nella ricerca geologica e mineraria. 
Alberto e Alfredo lavorarono alla prospezione alluvionale della collina di Kapi ed alla riattivazione della miniera abbandonata di Tullu Kapi (Carta n. 2).


carta 2

Effettuarono la prospezione alluvionale del bacino del fiume Bir-Bir e dei suoi affluenti di sinistra presso Jubdo ed analoga esplorazione venne effettuata dalla colonna nel bacino imbrifero dei fiumi Uva e Kobara affluenti di destra del Bir-Bir. 
Nella zona dell’Alaltù Alberto Parodi effettuò lo scavo di circa 400 pozzetti ed esplorò l’altipiano di sinistra della valle del Didessa studiandone gli aspetti geologici (Foto 15, 16, 17, 18).


foto 15

foto 16

foto 17

foto 18
Il 15 ottobre 1939 venne richiamato alla scuola ufficiali di Addis Abeba per l’istruzione militare che, per varie ragioni di studio e lavorative, non aveva potuto completare (Foto 19).


foto 19

Pertanto dovette lasciare, non senza problemi per lui e la società mineraria, il servizio sul campo con la colonna n°4. Terminato il corso allievi ufficiali, venne richiamato in guerra come Sottotenente della artiglieria da montagna nella 140° batteria del LXX° Gruppo di Artiglieria Coloniale in forza alla 70ª Brigata (batterie 139ª e 140ª) (foto 20).


foto 20

Fece la campagna del Somaliland e nel marzo 1941 iniziò con la sua unità il ripiegamento, dapprima sull’Harar, poi nel Galla e Sidama, passando a sud di Addis Abeba. Ridotti all’osso dalle diserzioni delle truppe di colore (al Gruppo erano rimasti solo 70 uomini), dovettero arrendersi prima. 
Alberto venne catturato il 19 aprile 1941 a Dire Dawa e imprigionato ad Eldoret (Campo 356) in Kenya, (P.O.W. 9592), con i colleghi Alfredo Pollini, Mario Maschio, Pasquale Zugno e Giuseppe Puliga (Foto 21).


foto 21

Sembra che liberato dopo la fine della guerra dovette aspettare il rimpatrio in Italia, al porto di Mombasa, per circa un anno. Rientrato in patria alla fine del 1946 si sposò con la professoressa Eugenia Tamini (biologa della Università di Milano), sua fidanzata, che lo aveva aspettato.       
Nel 1947, a causa della crisi lavorativa dell’Italia del dopoguerra, decise di trasferirsi nuovamente in Perù dove divenne professore universitario all'Università San Agustín di Arequipa. 
Era specializzato in Geologia Strutturale e Vulcanologia e in questa università fu Direttore della scuola di Geologia. Anche la Moglie di Alberto insegnò nella stessa università nella cattedra di Anatomia Comparata e Microbiologia. La Repubblica Italiana conferì ad Alberto, in data 02 giugno 1965, con firme di Saragat e Moro l’Onorificenza di Cavaliere Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana (Doc. n. 4).


documento 4

Alberto Parodi era un buon alpinista; tra il 1955 ed il 1965 realizzò assieme ad alpinisti italiani (Piero Gillone e Mario Fantin), diverse ascensioni su almeno 20 vulcani sopra 5.800 m. s.l.m. In particolare studiò “El Misti”, vulcano di Arequipa, scrivendo diverse note scientifiche. 
Scrisse anche sull’osservatorio astronomico di Carmen Alto, raccontando che proprio in prigionia in Kenya, lesse un libro che parlava della scoperta, fatta proprio da quel sito dall’astronomo William Pikering nel 1898, di un nuovo satellite di Saturno (Phoebe). 
Da ultimo, quasi cieco, scrisse un lavoro sul lago Titicaca sulle cui rive (Puno) era nato. 
Fu consulente internazionale per diversi cantieri idroelettrici e rappresentante del Peru al Smithsonian Institute of Vulcanology, presentando molti progetti sull’energia geotermica, fino alla sua morte avvenuta nel 1999. 


Carbonia, marzo 2018

Dott. Geologo Aurelio Fadda
Via Cannas, 23
09013 Carbonia (CI)

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