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sabato 10 settembre 2022

Anno 2022 - Centenario della scomparsa del grande scienziato Giovanni Capellini

Quest'anno ricorre il centesimo anniversario della morte di Giovanni Capellini, nato alla Spezia il 23 agosto 1833, laureato nel 1858 in Scienze presso l'Università di Pisa, dal 1861 all' Università̀ di Bologna titolare della prima cattedra italiana di Geologia nell'allora neocostituito Regno d'Italia.


Giovanni Capellini può essere considerato come uno dei più grandi Scienziati Naturalisti vissuti a cavallo del XIX e XX secolo. La sua attività di ricerca, collocata in un momento storico ricco di fermenti e stimoli culturali, il suo innovativo approccio metodologico, unito ad una notevole produzione scientifica che spazia dalla geologia alla paleontologia alla preistoria, le sue grandi doti organizzative, e soprattutto i numerosi riconoscimenti ricevuti in campo internazionale, consentono di delineare la figura di uno scienziato moderno ed europeo. Il nome di Capellini è il simbolo di una vita dedita agli studi geologici e paleontologici, legati a una serie di scoperte molto importanti che gli permisero di afferrare prontamente, grazie alla frequentazione con i più importanti scienziati europei, tra cui Charles Lyell, le nuove idee della geologia stratigrafica e sperimentale, della paleontologia e dell'evoluzione. Le sue ricerche ebbero come preminente campo d'investigazione il Golfo della Spezia e la Lunigiana, la Toscana, il Bolognese e diverse zone dell'Europa e dell'America settentrionale visitate nei suoi numerosi viaggi scientifici. 

In collaborazione con l'Accademia Lunigianese di Scienze, il Comune della Spezia, di Lerici, il Museo di Storia Naturale di Pisa, il Museo di Geologia “ G. Capellini “ di Bologna, i Musei Civici della Spezia e della Società Toscana di Scienze Naturali è stata realizzata a La Spezia (Museo Etnografico) la mostra paleontologica  “Fossilia”, visitabile fino a fine anno.

A completamento delle attività di celebrazione l'Accademia Capellini  in collaborazione con le Università di Pisa e Bologna, La Società Geologica Italiana, La Società Paleontologica Italiana, il Consiglio Nazionale dei Geologi, l'ISPRA, La Società Toscana di Scienze Naturali, l'Ordine dei Geologi della Liguria, L'Associazione Nazionale di Archivistica Italiana e L' Accademia dei Fisiocritici, sono state organizzate 5 giornate di studio, con partecipazione libera e gratuita. 

La prima (figura 1) il 30 settembre 2022, presso la sede dell'Accademia Capellini alla Spezia, dedicata alla paleontologia, dal titolo: “Le faune neogeniche e quaternarie del Mediterraneo Centrale: I fossili ed i luoghi della ricerca di Giovanni Capellini”.

Seguiranno (figura 2) il 7 e 14 ottobre 2022, con sede presso il Castello di Lerici (SP). le giornate dedicate alla geologia dal titolo: “Dalla geologia del Golfo al Mediterraneo: eredità scientifiche, cartografia geologica e problematiche da G. Capellini ad oggi”.

Ed infine (figura 3) il 25-26 novembre 2022, presso la sede dell'Accademia Capellini della Spezia, con il convegno storico: ”Giovanni Capellini scienziato nell'Unità d'Italia”, si chiuderà il ciclo di studi dedicato al grande scienziato spezzino.


Per il Comitato Organizzatore

Prof. Giuseppe Benelli

Presidente Accademia Lunigiane di Scienze

Figura 1 - Convegno geologico

Figura 2 - Convegno paleontologico

Figura 3 - Convegno storico





lunedì 18 dicembre 2017

Capellini Rettore redivivo nel suo Museo a Bologna

di Gian Battista Vai

Dal 13 Dicembre 2017 un suggestivo ritratto ad olio di Giovanni Capellini (1833–1922) accoglie i visitatori che, arrivati in cima allo scalone d’onore, entrano nella Sala Bolca 1 del Museo Geologico Giovanni Capellini (MGGC). E’ la sala del duplice Pesce Angelo fossile, uno dei soli dieci esistenti al mondo, tutti provenienti dalla pesciara più famosa del globo e la più antica, per essere stata pubblicata fin dal 1555 dal medico Pier Andrea Mattioli.




Quel quadro, così vivo e pieno di introspezione psicologica, era uscito dal pennelli di Alberto Fabbi, noto ritrattista bolognese, nella temperie del lontano 1888 quando Capellini era per la terza volta Rettore dell’Alma Mater, appunto. Era tutto preso a preparare la prima celebrazione del Centenario dell’Università, l’Ottavo, dopo averne decretato l’origine nel 1088. L’idea era stata sua, a inizio 1886, con l’incarico a Carlo Malagola, Archivio di Stato, di fare le necessarie ricerche. Ma, si sa, i muri hanno orecchie, e a fine 1886 Corrado Ricci documentava a Carducci e Albicini che lo Studio esisteva già a fine XI secolo. Capellini per la sua notorietà conosceva già celebrazioni centenarie di sedi quali Bruxelles, Uppsala, Edimburgo, Heidelberg, Graz, tutte meno antiche di Bologna, per cui non faticò per raggiungere l’unanime consenso nell’indire il Centenario Bolognese, fissando l’origine al 1088, appunto. Il braccio vocale e scenico della celebrazione venne lasciato, ovviamente al bardo Carducci, amico della prima ora di Capellini, come appare dalle cronache, e dai Ricordi di Capellini stesso. A lui però andava riconosciuta l’intuizione, e a Ricci la documentazione. Nel quadro di Fabbi traspare la solennità di quell’evento, ma anche la trepidazione di Capellini per sventare, nell’anno che intercorse fra l’annuncio dell’evento e la sua celebrazione, i tentativi di invidiosi e pigri per “mandare tutto a monte” o “rimandare la festa alla fin del secolo”.
Sorprende, ma non troppo, che il quadro eccellente non sia rimasto al titolare o all’Università di Bologna. Sappiamo solo, per ora, che per almeno un secolo è stato proprietà del nobile casato Lambertini e eredi Mioni, fino alla acquisizione dell’Università nel 2015.

La notizia dell’esposizione del quadro di Capellini nel suo Museo ha subito favorito la donazione allo stesso Museo di un altro fine ritratto antico a carboncino e matita del Barone Achille De Zigno (1813– 1892, amatore paleontologo, grande collezionista, personaggio chiave dell’Unità d’Italia, e amico di Capellini. La ragione dell’abbinamento è presto detta. Il Barone padovano nell’Ottocento è stato il maggiore mecenate del MGGC in termini di collezioni di fossili donate, come il Rettore del IX Centenario, Roversi Monaco, lo è stato nel Novecento in termini di investimento per il recupero statico e funzionale.



La collezione più preziosa e spettacolare donata da De Zigno a Capellini per il suo Museo è senza dubbio quella di Bolca nel Veronese, ricca di pesci eocenici straordinariamente ben conservati, spesso ancora provvisti di resti di organi molli interni allo scheletro. Tutti i maggiori musei geologici del mondo  hanno sempre fatto a gara per esibire qualche pezzo di Bolca, non solo per il valore scientifico e storico ma anche come icone del bello naturale. E anche su questo piano il MGGC non delude le aspettative già a partire dalla contemplazione del rarissimo Pesce Angelo.

Ci sono anche altre due collezioni donate da De Zigno a Capellini nel 1863, la flora dei Calcari di Rotzo e quella dei Calcari Oolitici, il cui valore scientifico supera quello espositivo, e che anche oggi è frutto di approfondite indagini scientifiche per la varietà delle specie rappresentate e la loro importanza stratigrafica. Consistono di oltre duecento lastre marne e calcari con resti di piante fluitate nelle lagune mareali delle spiagge venete e delle Dolomiti vecchie di età giurassica. Penso che il dono di queste collezioni sia costato non poco al Barone in termini affettivi, visto che lui si riteneva e era prima di tutto un paleontologo delle piante.

Eppure la scelta del Barone e la sua innata generosità si sono rivelate azzeccate, perché Capellini e i suoi successori fino ad oggi, con l’Università di Bologna, hanno conservato e valorizzato lo straordinario patrimonio donato per oltre 137 anni, a beneficio degli studiosi di ogni parte del mondo e per il godimento stupito di tutte le masse di visitatori di ogni età.

I pronipoti, consci della munificenza dei doni del loro antenato e della garanzia e visibilità che il MGGC continua a dare ad essi, hanno pensato di seguire le orme dell’avo donandone un prezioso ritratto antico, a seguito della celebrazione del Bicentenario della nascita di De Zigno nel 2013. Noi lo accogliamo con gioia e gratitudine, come fece allora Capellini per le collezioni, e cercheremo di carpire e interpretare i colloqui che i due personaggi potranno di nuovo intessere sul piano metafisico.

Per saperne di più:
Museo Geologico Giovanni Capellini - via Zamboni, 63 40126 Bologna
http://www.museocapellini.it/

venerdì 15 dicembre 2017

Ritratti antichi di Capellini e De Zigno esposti al Museo Geologico Giovanni Capellini a Bologna

dal Museo Geologico Giovanni Capellini

Bologna si arricchisce di quadri antichi di qualità di due personaggi chiave dell’Unità d’Italia. Sono Giovanni Capellini, geologo e quattro volte Rettore dell’Alma Mater, ben noto alla storia politica e scientifica della città nella seconda metà dell’Ottocento, e Achille de Zigno quasi ignoto a Bologna, anche se fu l’ultimo Podestà di Padova prima della liberazione dal dominio austriaco. I due personaggi, colleghi e poi amici, si ritrovano ora a Bologna nel segno dei pesci fossili di Bolca nel Veronese, che sono in bella mostra da 146 anni al Museo Geologico Giovanni Capellini dell’Alma Mater, e ora con pochi pezzi anche alla Raccolta Lercaro.


Dal 1555 i fossili della pesciara di Bolca vengono citati come rarità in una famosa cinquecentina di P.A. Mattioli, uno dei padri della scienza moderna. Bolca nel mondo è il primo giacimento culturale paleontologico a essere stato riconosciuto e citato in una stampa. Ancor oggi si trova nella decina dei più importanti Lagerstätten globali in cui i resti scheletrici duri dei fossili sono ancora accompagnati da parti molli come pelli e organi interni (calcare litografico di Solhofen in Baviera, Holzmaden in Germania, Burgess Shale in Canada, Santana in Brasile, Besano in Svizzera, Liaoning in Cina).


Una delle più ricche e spettacolari raccolte di pesci di Bolca fatte nell’Ottocento è quella che il Barone Achille De Zigno ospitava a palazzo e che donò a Capellini per il grande Congresso Geologico Internazionale di Bologna nel 1881, e quindi al Museo omonimo dell’Alma Mater. La qualità superba dei pezzi e la visione duplice di impronta e contro impronta 3D sulle lastre di calcare che contengono sette grandi esemplari di specie diverse di pesci antichi circa 53 milioni di anni ne fanno un unicum paleontologico, museale e storico.


Capellini fu molto abile a percepire l’innato munifico spirito del nobile, più attempato collega, facilitandone il prestito prima e la donazione poi della straordinaria collezione. De Zigno fu abbastanza intelligente per capire che, donando la sua collezione a una istituzione pubblica come il grande Museo Capellini, in una città quale Bologna, patria della Università e della Geologia, come peraltro fece per altre città, il suo nome sarebbe stato ricordato nei secoli. E fu abbastanza liberale e distaccato per privarsi, pro rei publicae bono, di specie bellissime a cui aveva dato il nome. Nome che oggi risuona e viene letto qui come nella città, Padova, di cui fu podestà. Caso non comune, il Barone de Zigno ottenne il titolo nobiliare quando Padova era parte dell’Impero Austro Ungarico; in seguito, con l’annessione all’Italia, la Casa Savoia glielo confermò.

Il quadro che ritrae Capellini in Toga di Scienze e col Collare Rettorale è opera del pittore bolognese Alberto Fabbi, noto ritrattista, che lo ha dipinto nel 1888, anno dell’VIII Centenario dell’Alma Mater. Capellini fu Rettore nel 1871, 1874–1876, 1885–1888, 1894–1895. Il quadro è rimasto in proprietà della illustre famiglia Lambertini e discendenti Mioni fino al 2015, quando è stato acquistato dall’Università di Bologna.
Chi entri al Museo Capellini trova incisi nel marmo della lapide in ricordo del II Congresso Geologico Internazionale di Bologna 1881 i nomi di Capellini (Presidente) e de Zigno (fra i Vice-Presidenti). E’ un felice ritorno a casa: oltre ai nomi, ora abbiamo anche le icone dei due importanti personaggi.

Il Museo Capellini è grato al Magnifico Rettore dell’Alma Mater, Francesco Ubertini, al Prof. Gian Paolo Brizzi dell’Archivio Storico, e al Presidente dello SMA, Roberto Balzani, per aver acquisito e assegnato il quadro al Museo, al Dr. Giuseppe Mioni, la cui famiglia ha conservato il prezioso dipinto fino ad ora, e ai pronipoti del Barone De Zigno, Antonio Cartolari, Flavia de Zigno, e Alberto Lonigo, che con l’altro quadro donato ravvivano il munifico attaccamento del loro avo al Museo Geologico Giovanni Capellini.

Idealmente, da oggi Capellini e De Zigno, i due geologi amici per tanti anni, riprendono il colloquio dai loro antichi quadri in una sala del Museo Capellini, dove migliaia di visitatori avranno modo di riascoltarne le storie, a partire da quella esemplare di ‘come si costruisce un museo’ e di come lo si mantenga vivo facendo ricerca di punta a livello globale, come dimostrato negli ultimi anni da Federico Fanti e Andrea Cau su Nature e Science più volte, e su altre riviste di massimo impatto.

Per saperne di piu:

    Museo Geologico Giovanni Capellini - via Zamboni, 63 40126 Bologna
    http://www.museocapellini.it/