lunedì 30 gennaio 2017

Orazio Silvestri: un vulcanologo tra Etna e Isole Eolie

di Guglielmo Manitta


La vulcanologia italiana nella seconda metà del XIX secolo ebbe un grande sviluppo grazie a figure di primo piano, come Orazio Silvestri, Arcangelo Scacchi (nota 1) e Giuseppe Mercalli (nota 2), che apportarono notevoli cambiamenti nel metodo di studio dei fenomeni vulcanici e nelle interpretazioni di essi.
Silvestri, a differenza degli altri due vulcanologi, opera prevalentemente sui vulcani siciliani, non solo l’Etna, ma anche con particolare attenzione su Vulcano, di cui studiò l’eruzione del 1888-1890, e sullo Stromboli.

Orazio Silvestri nacque a Firenze il 7 febbraio 1835, da Giovanni e Giuditta Orengo. Nel 1853 si laurea in scienze fisico-chimiche e naturali presso l’Università di Pisa. Un anno più tardi è ammesso, tramite un concorso, alla Regia Scuola Normale Superiore di Pisa. Fu allievo di illustri studiosi del tempo, tra i quali Carlo Matteucci e Ferdinand André Fouqué.
Nel 1859 fu nominato professore di chimica generale nel Regio Liceo di Pisa e nel 1862 divenne assistente della cattedra di Chimica all’'Università di Napoli. Solo nel 1863 diverrà professore ordinario di chimica generale nell'ateneo catanese.
Nel 1869 sposò Angelina Biego, che le darà il figlio Alfredo. Si trasferì a Torino nel 1874 per sostituire il prof. Kopp che aveva lasciato il posto nel Museo Industriale Italiano. Nello stesso anno assistette sull'Etna a un’eruzione laterale sull'alto versante settentrionale del vulcano, definita dallo stesso “abortita”. Infatti, la brusca interruzione di essa fece supporre a Silvestri una futura riattivazione del vulcano sul fianco già squarciato.
Ritornerà a Catania nel 1877 come professore di geologia e mineralogia e come titolare della nuova cattedra di chimico-fisica terrestre con particolari applicazioni all'Etna. Raccoglierà numerosissimi campioni di rocce, progettando il museo di Chimico-Fisica terrestre, mineralogia e geologia sulla Sicilia.
Le raccolte private di Silvestri furono molto apprezzate durante le esposizioni in Italia. Una raccolta fu premiata all'Esposizione Nazionale del 1884 di Torino.
Nel 1879 l’eruzione bilaterale dell’Etna lo terrà occupato negli studi scientifici. In occasione di questo evento eruttivo fece parte, assieme ai professori Gaetano Giorgio Gemmellaro e Pietro Blaserna, di una Commissione Scientifica, nominata dal Governo per lo studio dei fenomeni vulcanici.
In seguito a questa eruzione propose l’installazione di vari strumenti sismici, con l’intento di creare una rete di osservatori sparsi sul vulcano. La costruzione di questa rete sismica occuperà gli anni 1880-82 ed entrerà in funzione nel gennaio del 1883, poco prima dell’eruzione laterale del 22 marzo. 
L’eruzione del marzo 1883 è stata la prima eruzione dell’Etna ad essere prevista con qualche ora d’anticipo tramite l’ausilio di strumenti sismici. Infatti, nelle prime ore del pomeriggio del giorno antecedente, Silvestri comunicava telegraficamente al Ministro dell’Agricoltura, Industria e Commercio: 
«Ufficio telegrafico di Roma CentraleEccellenza Ministro Agricoltura Commercio – RomaRicevuto il 21/3 1883 ore 15:30Intiera regione etnea agitata continui terremoti generalmente sussultorj. Popolazioni spaventate temono disastri servizio sismico. Circumetneo applaudito attivissimo. – Silvestri –»
In quegli anni, durante la costruzione della rete sismica etnea, Silvestri proseguiva le osservazioni sismologiche analizzando gli effetti macrosismici, diramando alla stampa nazionale comunicati rassicurativi.
Su La Stampa del 12 marzo 1881, infatti, fu pubblicato il seguente comunicato:
«Catania, 5 marzo – Sul basso versante orientale dell’Etna e specialmente nelle campagne di Bongiardo e Mangano, il dì 27 febbraio ora scorso, dalle 9 ant. alla mezzanotte, il suolo fu a brevi intervalli (da 15 a 20 minuti) agitato da ripetute scosse ondulatorie. Si contarono in numero di 12 quelle più forti o capaci di incutere timore. La popolazione del paese di Bongiardo, più suscettibile dietro gravi disastri sofferti per i terremoti ivi accaduti nel giugno 1879 all'epoca della eruzione etnea, lasciò nella notte dal 27 al 28 febbraio le proprie abitazioni per attendere all'aperto il ritorno della calma. Prof. Orazio Silvestri». (nota 3)
L’idea di un osservatorio per gli studi vulcanologici sull'Etna era tra le idee del Silvestri sin dal 1865. Tuttavia nel 1879 fu edificato l’Osservatorio Astronomico Vincenzo Bellini a Piano del Lago ad una quota di circa 2900 metri. Nel 1880 il Rettore dell’Università catanese chiese la disponibilità di alcuni locali dell’osservatorio per la cattedra che ricopriva Silvestri. L’anno successivo il vulcanologo è nominato direttore del Regio Istituto Vulcanologico Etneo.
L’ultima eruzione dell’Etna che egli osservò fu quella iniziata il 18 maggio 1886. Le osservazioni di campo furono limitate, come indica il telegramma inviato il 23 maggio 1886 dal ministro Grimaldi al vulcanologo catanese:
«Giornali dicono condizioni salute di Lei impediscanle osservazioni sui luoghi fenomeni». (nota 4)
La stessa questione è affrontata in una lettera scritta per il ministro dell’Interno rivolta a quello d’Agricoltura, Industria e Commercio del 23 agosto 1886:
«Aggiunge il Prefetto che eziandio il Comm. Prof. Silvestri lo soccorse con le sue cognizioni scientifiche e gli fu largo dei suoi consigli e sebbene nelle fasi dell’eruzione fosse costretto a rimanere in casa perché affetto da grave oftalmia. Egli pubblicò già una prima relazione ed ora ne pubblicherà un’altra nella quale sulle informazioni avute dai suoi dipendenti farà la storia di questa eruzione che aveva preveduta sin dall'anno 1883».
Per l’aggravarsi della malattia, l’oftalmia, non avrà il tempo necessario per pubblicare gli studi sul fenomeno, che saranno dati alle stampe dal figlio Alfredo nel 1893. Il 19 gennaio 1887 Silvestri aveva comunicato al Ministro d’Agricoltura, Industria e Commercio riguardo alla pubblicazione delle tavole e della relazione tali parole:
«La benemerita Accademia Gioenia di scienze naturali a Catania, quantunque si trovi con limitati mezzi, pure ha assunto l’impegno delle pubblicazioni del testo, decorrono però Lire 3000 per la pubblicazione di 25 tavole (eliotipie, incisioni, diagrammi) che fedelmente rappresentano le manifestazioni vulcaniche nelle loro varie fasi dal principio alla fine del parossismo ed i fenomeni geodinamici dai terribili sconvolgimenti del suolo per effetto di esplosioni, ai terremoti che con maggiore e minore intensità hanno agitato la regione».
Tenne delle lezioni durante la residenza torinese, come quella del 24 gennaio 1875 sui giacimenti solfiferi dell’Italia. Fece parte della Commissione Scientifica, assieme ai professori G. Mercalli, G. Glablovitz, V. Clerici e agli assistenti S. Consiglio Ponte e Alfredo Silvestri, per lo studio dell’eruzione di Vulcano degli anni 1888-1890.
A lui sono dedicati i Monti Silvestri sul medio versante meridionale dell’Etna, formatisi durante l’eruzione laterale del 1892. Fu tra i fondatori della sezione catanese del Club Alpino Italiano. Nel 1876 individuò un nuovo minerale vulcanico, chiamato azoturo di ferro.


Morì a Catania il 17 agosto 1890. Il quotidiano nazionale La Stampa il giorno successivo annunciava così il triste avvenimento:
«Un telegramma da Catania reca il triste annunzio della morte del prof. Orazio Silvestri, avvenuta in quella città nella notte di sabato scorso. Il Silvestri illustre scienziato era professore di mineralogia e direttore del gabinetto vulcanologico di Catania. Nel 1874 dirigeva in Torino il Museo Industriale, conquistando la stima e l’affetto di tutti. Per la morte del Silvestri le bandiere dell’Università e dei gabinetti scientifici di Catania sono abbrunate». (nota 5)
Note:
1) Arcangelo Scacchi (Gravina in Puglia, 8 febbraio 1810 – Napoli, 11 ottobre 1893) è stato un mineralogista, geologo e vulcanologo italiano.
2) Giuseppe Mercalli (Milano, 21 maggio 1850 – Napoli, 18 marzo 1914) è stato un sacerdote, geologo, sismologo e vulcanologo italiano, noto per la scala macrosismica.
3) Prima lettera del fondo sull’eruzione del 1883, Archivio Centrale dello Stato, IV versamento, busta 797, posizione 90, fascicolo 9, sotto fascicolo 3.
4) Archivio Centrale dello Stato, IV versamento, busta 797, posizione 90, fascicolo 9, sotto fascicolo 11.
5) La Stampa, lunedì 18 agosto 1890, pag. 3.

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