lunedì 18 agosto 2014

L’Arcomagno a San Nicola Arcella (CS)

di Anna Rosa Scalise


Il tratto di costa della Riviera dei cedri, tra Praia a Mare e Scalea, nell’Alto Tirreno cosentino, è rinomato per l’indubbio fascino: il mare cristallino ha un colore tra il turchese e l’azzurro, i fondali degradanti sono un incantevole scenario per gli appassionati di sub, la costa è alta fino a circa un centinaio di metri ed è caratterizzata da pareti rocciose immergenti verso il mare con inclinazioni che a volte raggiungono i 90°.

Lo scrittore statunitense, Lord Francis Marion Crawford (1984 - 1909) in viaggio con la moglie e con un marinaio per esplorare le coste del sud dell’Italia si innamorò di questo luogo. Durante il soggiorno nella Torre saracena, posta sulla baia, ancora oggi esistente, ammirava il paesaggio e traeva ispirazione per i suoi racconti, alcuni dei quali erano ambientati nelle vie del borgo di San Nicola Arcella che si affaccia proprio in questo tratto di costa.
La linea di costa di quest’area è sottoposta a lenti, ma continui, processi di modellamento per l’azione di erosione e di trasporto operata dai vari movimenti del mare, soprattutto dalle onde e dalle correnti che, quando il mare è in burrasca, possiedono una forza d’urto enorme. La loro violenza distruttrice è accresciuta dalla notevole quantità di detriti, anche grossolani, che esse sollevano e scagliano contro la costa.

Evoluzione della costa alta è il risultato dell’interazione nel tempo delle variazioni del livello del mare che avvengono sia a breve termine con le maree e il moto ondoso, sia a lungo termine con le oscillazioni glacio-eustatiche e i movimenti verticali della costa per cause geodinamiche.
Sollevamenti e basculamenti più o meno marcati si sono verificati da 3 milioni a 20.000 anni fa influenzando la dinamica della fascia costiera della Calabria settentrionale tirrenica e della catena retrostante.




L’intensità dell’erosione marina, ovviamente, non dipende soltanto dall’energia del moto ondoso e dalle variazioni del livello del mare, ma anche dalla struttura della roccia e dalla sua composizione.
Le rocce carbonatiche che affiorano in quest’area, ricadente nel Foglio geologico 220 Verbicaro della Carta geologica d’Italia, in scala 1:100.000 del Servizio Geologico d’Italia – ISPRA, si prestano con maggiore facilità all’erosione marina; esse sono costituite da dolomie grigiastre, stratificate e fratturate, a volte anche massive, e da calcari dolomitici con intercalazioni di conglomerati e argilliti.
Le fratture favoriscono l’erosione sia chimica che meccanica del mare, le acque che si infiltrano tra le fratture e le crepe degli strati le allargano progressivamente. L’acqua, spinta violentemente al loro interno, comprime l’aria presente e, quando si ritira, ne determina una rapida espansione. L’alternarsi dell’effetto della compressione e della decompressione operata dall’aria, allarga le fratture fino a formare nel tempo grotte marine ed altre cavità.

L’abrasione marina si verifica soprattutto nella zona compresa tra i livelli di alta e di bassa marea, dove il costante martellamento del moto ondoso scava un’incisione orizzontale, detta solco di battente o di battigia, a volte marcato, specialmente in rocce carbonatiche con particolari caratteristiche strutturali. Con il passare del tempo il solco si sviluppa in un incavo sempre più profondo che con il variare del livello del mare, si amplia fino ad assumere altezze di decine di metri.
Il promontorio che caratterizza questo luogo è interessato da grotte multiple, scogli e isolotti che sono il prodotto dei vari stadi evolutivi di una costa alta, l’erosione che origina le grotte a volte, riesce a perforare dall’uno all’altro lato del promontorio fino a creare un arco naturale.



L’arco naturale che si è originato sul promontorio di San Nicola Arcella dà l’accesso ad una piccola spiaggia e attribuisce il nome alla località Arcomagno.
Lo scenario che si presenta è incantevole, spiaggia silenziosa, nascosta e isolata, dove la cornice dell’Arcomagno apre l’unica finestra sul mare; in questo luogo sgorga una sorgente sottomarina di acqua dolce, ricca in anidride carbonica, che rende l’acqua del mare frizzante e più fredda.

Le dimensioni dell’arco consentono alle piccole imbarcazioni di raggiungere la spiaggia direttamente dal mare, ma il luogo è raggiungibile anche a piedi attraverso un ripido sentiero a ridosso della spiaggia. Lungo questo sentiero è possibile ammirare la bellissima costiera tra cui anche l’Isola di Dino e la vicina Praia a Mare.



Per saperne di più:

AA.VV. (1986) - Carta Neotettonica d’Italia, con nota illustrativa. CNR, P. F. Geodinamica.
Carobene L. (1972) - Osservazioni sui solchi di battente attuali ed antichi nel Golfo di Orosei in Sardegna. Boll. Soc. Geol. It., vol XCI, fasc.3. p.583- 601.
Castiglioni G.B. (1982)- Geomorfologia. Cap.XIII - Morfologia costiera. Ed. UTET. Torino: p. 329-374.
Servizio Geologico d'Italia - Foglio geologico 220 Verbicaro della Carta Geologica d’Italia in scala 1:100.000.

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