lunedì 28 aprile 2014

Sopra una pioggia di sabbia caduta presso Roma nella notte del 21 e 22 febbraio 1864

di Marco Pantaloni
Un'autovettura, a Londra, colpita dall'inusuale
pioggia di sabbia.


I primi giorni del mese di aprile 2014 alcune agenzie di stampa, amplificate poi dai vari social network, hanno diffuso la notizia di una inusuale pioggia di sabbia su Londra. Quello della pioggia di sabbia è un evento non infrequente per l’Italia, soprattutto per quella meridionale, forse un po’ meno per i paesi nord-europei.

Questo evento ci ha fatto tornare in mente una pubblicazione della seconda metà dell’Ottocento, addirittura di Giuseppe Ponzi, che relaziona “Sopra una pioggia di sabbia caduta presso Roma nella notte del 21 e 22 febbraio 1864”, presentata all’Accademia Pontificia dei Nuovi Lincei nella sessione VII del 5 giugno 1864.

Giuseppe Ponzi (al centro della foto) e i suoi allievi
della scuola romana di geologia.

martedì 22 aprile 2014

Le eruzioni dell'Etna nell'opera di Orazio Silvestri (1835-1890). Il disegno come strumento per l'osservazione scientifica.


di Carmelo Monaco

 
 
Orazio Silvestri (Firenze, 1835- Catania, 1890), docente dell'Università di Catania, è stato un innovatore nel campo degli studi di vulcanologia in Italia; nella sua vita e nella sua carriera di scienziato, da Firenze a Catania, passando da Napoli e Torino, si è dedicato essenzialmente allo studio dei fenomeni eruttivi dell'Etna.

Sabato 14 Dicembre 2013 è stato presentato a Catania, presso la Biblioteca Regionale Universitaria, l’opera “Le eruzioni dell'Etna nell'opera di Orazio Silvestri (1835-1890). Il disegno come strumento per l'osservazione scientifica” (Edizioni Caracol, Palermo, 2013). L’idea di realizzare un volume sul grande vulcanologo dell’800 Orazio Silvestri nasce dall’incontro tra una discendente del ramo siciliano della famiglia, l’Architetto Tiziana Abate, un vulcanologo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, il Dottor. Stefano Branca, e un docente di geologia dell’Università di Catania, il Professor Carmelo Monaco, tutti accomunati da una grande passione per il nostro vulcano e per la rappresentazione storica dei fenomeni naturali. Il libro trae spunto dalle pazienti ricerche condotte nel corso di diversi anni per la stesura della tesi di dottorato della Dott.ssa Abate e descrive la vita e la carriera dello scienziato, raccontando la nascita a Catania degli studi di vulcanologia, cioè di una disciplina che, nella seconda metà dell’Ottocento, arricchì gli orizzonti culturali di un ateneo catanese in gran parte ancora caratterizzato dall’attaccamento alla tradizione. Fondamentale è stato poi l’apporto multidisciplinare delle competenze vulcanologiche del Dott. Branca e geologico-strutturali del Prof. Monaco, che hanno consentito di inquadrare la ricerca nel contesto scientifico-naturalistico dell’epoca.


lunedì 14 aprile 2014

Giuseppe Mercalli: le eruzioni dell’Isola di Vulcano, incominciate il 3 agosto 1888 e terminate il 22 marzo 1890

di Marco Pantaloni
e Fabiana Console

Presso la Biblioteca dell’ISPRA, che conserva la preziosa raccolta di libri e carte antiche già appartenenti al Servizio geologico d’Italia, è stato rinvenuto un volume che descrive e illustra “Le eruzioni dell’Isola di Vulcano”, che si sono verificate nel periodo compreso fra il 3 agosto 1888 e il 22 marzo 1890. Questa fase eruttiva rappresenta l’ultima attività parossistica, alla quale ha fatto seguito un lungo periodo, che perdura ancora oggi, caratterizzato da fenomeni quali fumarole ed emissioni di vapore sia subaeree che sottomarine.
Autori di questo volume sono Giuseppe Mercalli (in quel periodo Docente di Vulcanologia e Sismologia nell'Università di Napoli) e OrazioSilvestri (Professore di Geologia e Mineralogia all’Università di Catania), con contributi di Giulio Grablovitz (Direttore dell'Osservatorio di Casamicciola) e di V. Clerici (Capo del Genio Civile di Messina).
Scriviamo questo post in onore di Giuseppe Mercalli, del quale quest’anno ricorre il centenario della morte; il 19 marzo 2014, infatti, è stato inaugurato a Napoli presso il Convitto Vittorio Emanuele II l’anno Mercalliano che si concluderà a Milano, città natale di Giuseppe Mercalli, nell’ambito dell’Expo 2015, passando per Roma, Catania, Isole Eolie, Genova e Torino.

La firma autografa di Giuseppe Mercalli
sul volume in possesso della Biblioteca ISPRA

lunedì 7 aprile 2014

Piacenziano, uno strano tipo italiano

di Giovanna Baiguera
 

Piacenziano in Emilia (PC).
Da http://www.parks.it/parco.stirone.piacenziano/index.php.

Piacenziano in Sicilia (AG).
Da http://www.geo.uu.nl/sns/index.php?contentid=503.

Eccomi nel post(o) adatto per raccontare finalmente la mia storia.

Sono uno strano tipo, voi direste stratotipo, molto onorato di rappresentare la mia terra e di aver vissuto parte del tempo in ogni angolo del mondo. In effetti non sono un tipo così strano, e nemmeno strato, ma, si sa, i luoghi comuni sono duri da smantellare.

Partiamo dai miei dati anagrafici. Nasco ufficialmente nel 1858 eppure la mia età si aggira sui 3 milioni di anni, fatto che già potrebbe sembrare un'ambiguità, se non fosse che tanti della mia stirpe professionale si trovano in simili, o anche peggiori, condizioni.

Ho visto la luce in Italia, in una Valle ardita, meglio detta d'Arda, ai piedi di tre cime dalle creste gialle, sabbiose, fra cui la dominante detta giustamente “Giogo”, e la minore “Falcone”, in picchiata sulle merlature a coda di rondine di un Castello Arquato.

È stata questa landa piacentina a tenermi orgogliosamente a battesimo, chiamandomi, appunto, Piacenziano (Piacenzische, con le parole di mio padre).


giovedì 3 aprile 2014

Bolca: il paradiso italiano dei pesci fossili, in un volume del 1796

di Fabiana Console

Risalgono al 1796 sia il volume che l’atlante Ittiolitologia Veronese del Museo Bozziano ora annesso a quello del Conte Giovambattista Gazola e di Altri Gabinetti fossili veronesi di Giovanni Serafino Volta, opere di rarità assoluta, conservate presso la Biblioteca ISPRA; i due volumi rappresentano, in ambito bibliologico, dei capolavori editoriali della stamperia Giuliari di Verona.

Lo scritto più antico del 1554 sui pesci-fossili di Bolca è una dissertazione contenuta nei Commentarii del medico senese Pietro Andrea Mattioli (1501-1578) nella quale l’autore descrive «alcune lastre di pietra portate dal veronese in cui (sfendendosi in mezzo) si trovavano scolpite diverse specie di pesci con ogni lor particola conversa in sasso». Nel settecento ne disquisirono Johann Jacob Scheuchzer (1672-1733) nel celebre Herbarium diluvianum collectum e il grande naturalista veneziano Alberto Fortis (1741-1803) in alcune lettere pubblicate dal conte Giambattista Gazola di Verona (1757-1834). Quest'ultimo era proprietario della grande collezione di fossili su cui il Volta (1764-1842,) direttore del Museo Bozziano, basò la sua Ittiolitologia Veronese. Quest’opera fu la prima, nonché unica, edizione del XVIII secolo che disserta, in latino con testo a fronte in italiano, sui pesci fossili di Bolca raffigurati in splendide tavole incise in rame.

 
Il volume comprende anche, come frontespizio dell’atlante, una pregevole carta topografica del territorio veronese, ma l’unicità del testo risiede nelle 76 tavole di misura variabile la maggior parte delle quali ripiegate più volte a partire dalla dimensione in folio max (550x392 mm) in cui sono descritte scientificamente per la prima volta le 123 specie fossili conservati al Museo Bozziano. Le tavole, disegnate ed incise da Gaetano Zancon, Giuseppe Buffetti, Angelo Guelmi, Giovanni Battista Grù, Leonardo Manzati e Giuseppe Dall'Acqua, sono di una straordinaria bellezza dovuta, perlopiù, alla precisione tecnica dell’incisione in rame. Alcune di queste tavole sono di dimensioni davvero eccezionali poiché riproducono i fossili nelle loro dimensioni reali, come nel caso del “Torpedo” (tav. 71) che misura ben 150 cm di lunghezza. I fossili mirabilmente rappresentati e descritti in questa opera hanno avuto un ruolo fondamentale nonché unico nella storia della scienza non solo per quantità ma soprattutto per la qualità e per la loro strabiliante conservazione. La “Pesciara” di Bolca si può tranquillamente considerare una delle più importanti località fossilifere del mondo.