sabato 17 febbraio 2018

Via Livio Andronico a Roma, tra passato e presente

di Alessio Argentieri


Fig. 1 - Il dissesto di Via Livio Andronico;
foto di Carlo Esposito, febbraio 2018
Il quartiere Balduina, sulle pendici del rilievo di Monte Ciocci a Roma, è stato di recente al centro della cronaca locale e nazionale per un fenomeno di dissesto occorso in un’area intensamente urbanizzata.
Come è noto, il crollo si è manifestato nel tardo pomeriggio di mercoledì 14 febbraio, in un tratto di Via Livio Andronico, a ridosso di un cantiere edile in cui erano state realizzate opere di contenimento di un grande scavo. Il crollo della paratia di pali ha coinvolto la sede stradale e due edifici a ridosso di essa, sono stati precauzionalmente evacuati.

Fig. 2 - Stralcio dal Foglio 5 della Carta Litostratigrafica del Comune di Roma
alla scala 1:20.000 di Ventriglia, 2002 (nel cerchio rosso la zona di interesse)
Fig. 3 - Stralcio dal Foglio 374 Roma alla scala 1:50.000 della Carta Geologica d’Italia, 2008
(nel cerchio rosso la zona di interesse) (stralcio cartografico tratto da www.isprambiente.it)
Le pagine di Geoitaliani non sono la sede opportuna, peraltro in mancanza dei necessari elementi conoscitivi, per entrare nel merito delle cause del fenomeno di dissesto idrogeologico (impropriamente citato come voragine nelle prime notizie degli organi di informazione). La situazione è oggetto di consulenza tecnica specialistica disposta dall'autorità giudiziaria, ma anche di monitoraggio a cura di ricercatori della Sapienza- Dipartimento di Scienze della Terra e del suo “Centro di ricerca per la previsione, prevenzione e controllo dei rischi geologici”- CERI, nell'ambito di una collaborazione non onerosa con l’Ufficio Extradipartimentale Protezione Civile di Roma Capitale.
La vicenda fornisce però lo spunto per una piccola narrazione sui temi di storia della geologia, ed in particolare su quello delle moderne ricerche geologiche nell'area urbana di Roma.


Fig. 4 – Lucius Livius Andronicus
(Musei Vaticani; da http://www.urbisetorbis.org)
Il poeta e drammaturgo Andronìco (nella pronuncia latinizzata), originario della Magna Grecia, nacque probabilmente a Ταρασ (in latino Tarentum, l’odierna Taranto) attorno al 280 a.C. La sua biografia, che presenta molte incertezze, ci dice che egli giunse a Roma come schiavo, e che una volta divenuto liberto assunse il nomen della gens Livia. A lui, primo poeta romano di cui siano stati reperiti frammenti di opere, si deve l’introduzione della cultura greca a Roma. Fu pedagogo dei figli del console Marco Livio Salinatore, che durante la seconda guerra punica sconfisse nella battaglia del Fiume Metauro (207 a.C.) l’esercito cartaginese guidato da Asdrubale Barca, fratello di Annibale, poi decapitato. Livio Andronico, autore e attore altamente considerato a Roma, era stato incaricato dai pontefici di un partenio in onore di Giunone propiziatorio degli eventi bellici; dopo la vittoria il Senato istituì in suo onore sul colle Aventino, presso il Tempio di Minerva, il collegium scribarum histrionumque. La sua morte avvenne nel 200 a.C. circa.


Fig. 5 - Ugo Ventriglia (1916-2005)
Ventuno secoli dopo nasceva nella Città Eterna un altro personaggio che sui colli che fiancheggiano il Tevere, da Monte Mario all'Aventino, avrebbe sviluppato la passione della sua vita.
Ugo Ventriglia, nato il 2 ottobre 1916, formatosi come ingegnere minerario sotto la guida di Francesco Penta, impostò nella seconda metà del XX secolo lo studio sistematico della moderna geologia ed idrogeologia delle aree urbane, sperimentandolo nel laboratorio naturale di Roma.
La carriera accademica di Ventriglia si sviluppò essenzialmente presso la facoltà di Ingegneria della Sapienza a Roma, tranne un breve periodo a Bari. Dal 1945 egli fu iscritto alla Società Geologica Italiana. Parallelamente fu consulente per problematiche di carattere geologico- tecnico per Enti statali e parastatali in Italia e all’estero. Questa lunghissima esperienza “clinica”, che lo tenne impegnato e attivo sino alla fine della sua esistenza, gli consentì di acquisire e catalogare una enorme mole di dati e conoscenze sul territorio, che sarebbero poi confluite a costituire le sue opere di sintesi su Roma e sulla sua provincia.
Il nome di Ventriglia resta indissolubilmente associato allo studio sistematico della geologia della Città di Roma e del suo territorio provinciale e alle voluminose opere corredate da tavole tematiche da lui prodotte, pietre miliari nella conoscenze geologiche sull’area romana. Grande attenzione egli poneva al contributo degli Autori del passato, come testimoniano le accurate bibliografie dei suoi scritti. Seppur in parte superato da studi più recenti, il contributo di Ventriglia mantiene intatta la purezza del dato scorporato dall’interpretazione.


Fig. 6 - Ventriglia con i suoi collaboratori
(l’identificazione parziale dei personaggi è stata effettuata
grazie a Massimo Mantovani - GEOTER srl, Roma)
Mentre tutto ciò avveniva, Ugo visse nella casa romana di Via Livio Andronico 45, con la moglie Tina Rosati (detta Carla, sposata nel 1955) e i cinque figli Fausta, Flavia, Silvio, Francesco e Gaetano.
Nel suo studio egli, ancora attivissimo seppur ottantenne, elaborò e portò a compimento alle soglie del nuovo millennio la sua ultima opera, la “Geologia del territorio del Comune di Roma” (2002), realizzata e pubblicata con la collaborazione del Servizio Geologico della Provincia di Roma.
Ed in quella stanza di Via Livio Andronico, la lunghissima e minuziosa correzione di varie tirature di bozze, e un memorabile pomeriggio del 2002 per la videoripresa della sua presentazione, inserita nella versione multimediale dell’opera realizzata in collaborazione tra il Servizio Geologico della Provincia di Roma e il Dipartimento di Scienze Geologiche dell’Università Roma TRE.
Ventriglia, nonostante l’età avanzata, approvò la moderna iniziativa (assai lontana, per un uomo della sua generazione, dal concetto classico di pubblicazione), comprendendone le potenzialità di diffusione gratuita tra gli studiosi, i tecnici e i professionisti, proprio negli anni in cui a Roma l’Amministrazione comunale promuoveva la redazione del “Fascicolo del fabbricato”, esperienza purtroppo prematuramente archiviata.
Link al video: http://www.provincia.rm.it/dipartimentoV/SitoGeologico/PagDefault.asp?idPag=63
Questa casuale coincidenza dell’evento di Via Livio Andronico, che accomuna un poeta greco-latino del III secolo a.C. e uno scienziato e tecnico romano del XX secolo d.C., ci consente una riflessione finale.
La geologia di un luogo, come in altri casi la sua sismicità, non bastano da sole a causare i disastri. La conoscenza aiuta a prevenirli.
Che il recente fenomeno di dissesto della Balduina sia avvenuto nella stessa strada in cui abitò Ventriglia, dedito allo studio del sottosuolo urbano di Roma per gran parte della sua lunga vita, è un paradosso già eloquente da solo.
Più volte, dalla nascita del progetto GEOITALIANI, è stata evidenziata l’importanza della tradizione della cultura geologica, secondo il principio ispiratore che guarda al passato come chiave del presente e del futuro. Forse, dalla vicenda del crollo della Balduina, un’ulteriore piccola conferma chela direzione giusta possa essere trovata anche grazie all’eredità dei Maestri predecessori.

Per saperne di più:



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