mercoledì 16 novembre 2016

L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) compie 80 anni dalla sua fondazione (15 novembre 1936)

di Franco Foresta Martin


Decreto istitutivo
dell'Istituto Nazionale di Geofisica
Il 15 novembre 1936 (80 anni fa, alla data in cui scrivo queste note), con un decreto firmato da Guglielmo Marconi, allora presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), veniva istituito l’Istituto Nazionale di Geofisica (ING) e contestualmente ne era affidata la direzione al professor Antonino Lo Surdo, titolare della cattedra di Fisica Superiore all’Università La Sapienza di Roma. La sede dell’ING era stabilita nei locali dell’Istituto di Fisica, da poco costruito nella nuova città universitaria.

La ricorrenza dell’ottantesimo anno dalla fondazione dell’ING (diventato INGV con l’aggiunta delle competenze in Vulcanologia dopo la riforma del 1999), mi offre l’opportunità di ripercorrere le ricerche che ho condotto tra il 2007 e il 2010, assieme alla dottoressa Geppi Calcara dell’Archivio Centrale dello Stato, col proposito di ricostruire le complesse vicende della gestazione, della nascita e dei primi anni di attività di questo istituto. Ricerche che hanno portato alla pubblicazione del volume: Franco Foresta Martin e Geppi Calcara, Per una storia della geofisica italiana. La nascita dell’Istituto Nazionale di Geofisica (1936) e la figura di Antonino Lo Surdo. Springer, 2010.

Istituto di Fisica Università La Sapienza - Roma
Esaminando centinaia di documenti custoditi negli archivi storici del CNR e dell’Istituto Nazionale di Geofisica, la Calcara ed io trovammo delle carte inedite riguardanti Guglielmo Marconi -nella sua qualità di presidente del CNR- e altri accademici come Luigi De Marchi, Giovan Battista Rizzo, Emanuele Soler, Antonino Lo Surdo e Gino Cassinis, i quali, fin dall’inizio degli anni Trenta, tentavano fra mille difficoltà di rilanciare le sorti della geofisica italiana. A quei tempi esisteva già un Ufficio Centrale di Meteorologia e Geofisica, con sede presso il Collegio Romano della Capitale, che avrebbe dovuto occuparsi a tutto campo di queste discipline; ma esso era considerato a tal punto inefficiente, sia sul fronte delle ricerche, sia per la pessima gestione delle reti di sorveglianza, da sconsigliarne persino una riforma, auspicando la sua sostituzione con un altro istituto creato ex-novo. Come scriveva, senza mezzi termini, lo stesso Marconi al ministro delle Finanze Carlo Jung nel 1934: “L’Ufficio Centrale di Meteorologia e Geofisica […] per un complesso di tristi vicende è in condizioni tali che non si può far altro che formulare l’augurio che sparisca al più presto”.

Guglielmo Marconi (1874-1937)
Per molti Guglielmo Marconi è considerato, tout court, il geniale e metodico inventore della telegrafia senza fili; e poi anche lo scienziato di regime, l’ambasciatore dei successi del fascismo nel mondo. Il suo ruolo di presidente del CNR è rimasto in parte nell'ombra e questi suoi interventi nel campo della geofisica potrebbero oggi destare qualche meraviglia. Ma il premio Nobel per la Fisica (1909), fu anche un eccellente organizzatore della ricerca scientifica. Mussolini ne era ben consapevole, tanto che nel 1927 gli aveva affidato la presidenza del CNR col compito di riorganizzare la scienza italiana, anche al di là dei confini del CNR, e di trasformare l’ente di ricerca in un efficiente organo tecnico al servizio del regime. In questa veste Marconi si era reso conto che la geofisica era una disciplina negletta sia dai ministri sia dalle varie amministrazioni territoriali, nonostante il succedersi di gravi emergenze sismiche con migliaia di morti (Casamicciola 1883, Liguria 1887, Messina 1908, Avezzano 1915, ecc.) e malgrado gli appelli di vari accademici impegnati in quegli studi.
In un primo tempo Marconi aveva pensato di fondare un Istituto di Geofisica autonomo dal CNR, sotto la vigilanza del Ministero della Pubblica Istruzione; ma non riuscendo a ottenere gli ingenti finanziamenti necessari per questa impresa, arrivò a un compromesso col governo: il vecchio Ufficio Centrale, piuttosto che eliminato, sarebbe stato trasformato in istituto di ricerca nel campo della meteorologia agraria; e il nuovo ING sarebbe diventato uno degli istituti operanti sotto l’ala del CNR.
La direzione del nuovo istituto fu affidata a uno scienziato di cui Marconi aveva conoscenza diretta e stima: Antonino Lo Surdo, noto per la scoperta del cosiddetto “effetto Stark - Lo Surdo”, ossia la scissione delle righe spettrali in un campo elettrico. Si trattava di un risultato notevole nel campo della spettroscopia atomica che Lo Surdo aveva conseguito contemporaneamente al fisico tedesco Johannes Stark e in maniera del tutto indipendente, ma che poi aveva tardato a pubblicare. Con la conseguenza che solo Stark aveva ottenuto il premio Nobel per questa scoperta nel 1919.

Antonino Lo Surdo (1880-1949)
Lo Surdo, appena nominato direttore del nuovo istituto del Cnr, si circondò di giovani e brillanti ricercatori, molti dei quali provenienti dalle rinomate scuole di fisica di Roma e di Firenze, riuscendo a dar vita, in pochi anni, a innovativi gruppi di ricerca in sismologia, elettricità atmosferica e terrestre, magnetismo, raggi cosmici, radiazioni solari, ionosfera, radioattività naturale, geologia, meteorologia, idrologia. Nonostante gli sconvolgimenti del periodo bellico e i numerosi danni alle sedi e alle strumentazioni dell’ING, molteplici furono i risultati scientifici conseguiti dall'Istituto nei primi anni di attività, fino alla morte di Lo Surdo nel 1949: la realizzazione della prima moderna rete di sorveglianza sismica in Italia, gli apparati di registrazione dei raggi cosmici, gli esperimenti con le microonde, la realizzazione delle prime stazioni di monitoraggio ionosferiche, gli studi sulla radioattività terrestre.

Nel ricostruire la creazione e le prime ricerche svolte dell’ING, la Calcara ed io ci siamo resi conto che quanti prima di noi avevano trattato le vicende passate dell’Istituto si erano dedicati, più che altro, alla sua storia amministrativa. Un quadro più completo, ai fini di un’equilibrata valutazione dell’attività svolta, richiedeva che fosse presa in esame la produzione scientifica. Per rispondere a questa esigenza ho analizzato quasi duecento lavori pubblicati dai ricercatori dell’ING nei primi 12 anni di vita dell’Istituto (direzione Lo Surdo), classificandoli per temi prevalenti e tentando di tracciarne un bilancio quantitativo e qualitativo. Per fortuna tutte le ricerche intraprese e portate a compimento dall’ING in questo lasso di tempo sono state pubblicate nella raccolta PING (Pubblicazioni dell’Istituto Nazionale di Geofisica), oggi accessibile nella biblioteca dell’INGV di Roma.
I temi sismologici dominano il campo, con 87 lavori su 197 (44,2 %). Si tratta di ricerche sulle caratteristiche dei vari tipi di onde sismiche e delle modalità di propagazione, sulla localizzazione delle sorgenti, sull’analisi di specifiche sequenze sismiche, sulla progettazione e realizzazione di nuovi sismografi e accelerometri. Queste pubblicazioni sono rivelatrici, oltre che dei contenuti delle ricerche, dei loro protagonisti e dell’organizzazione del lavoro. Sotto il coordinamento del “geofisico principale” Pietro Caloi si era formato un gruppo che si occupava di sismologia e fisica dell’interno della Terra: Guido Pannocchia, Francesco Peronaci e Ezio Rosini; successivamente si aggiunsero Domenico Di Filippo, Maurizio Giorgi, Liliana Marcelli, Carlo Morelli e Paolo Emilio Valle.

Stazione sismica all'Istituto di Fisica (1940)
Fecondata dalla fattiva collaborazione fra geofisici e fisici delle particelle (per lo più allievi di Enrico Fermi), la ricerca sui raggi cosmici portò alla pubblicazione di 36 lavori (18,3% del totale) firmati da personaggi come Mario Ageno, Gilberto Bernardini, Bernardo Nestore Cacciapuoti, Giuseppe Cocconi, Marcello Conversi, Bruno Ferretti, Camilla Festa, Ettore Pancini, Oreste Piccioni, Mariano Santangelo, Gian Carlo Wick. Ad alcune campagne di osservazione nel Laboratorio della Testa Grigia sul Pian Rosa all’inizio degli anni ’40 partecipò anche il giovane Edoardo Amaldi, per il quale il direttore Lo Surdo aveva chiesto il rientro dal fronte di battaglia nordafricano allo scopo di portare a compimento “importanti ricerche di fisica nucleare e di geofisica”.

Apparato di registrazione raggi cosmici (1938)
Al terzo posto degli interessi del neonato ING c’erano le ricerche in elettricità atmosferica e terrestre, sviluppate in prevalenza dal giovane Enrico Medi (futuro direttore dell’ING dopo Lo Surdo) con la collaborazione di Renato Cialdea e Guglielmo Zanotelli.

Osservatorio per l'elettricità atmosferica (Ardeatina)
La limnologia, in particolare lo studio delle sesse (oscillazioni delle acque lacustri) impegnò lo stesso Caloi e il suo gruppo di collaboratori con 14 pubblicazioni (7,1 %).
Rilevante, anche per i suoi aspetti pionieristici, fu l’impegno di ricerca nel campo del sondaggio ionosferico sviluppato da Ivo Ranzi e Antonio Bolle con 11 pubblicazioni (5,6 %).
Stazione Ionosferica all'Istituto di Fisica (1939)
Di minore peso, ma pur sempre indicative di uno studio della geofisica a 360 gradi, furono le ricerche nei campi di: radioattività, radiazione e ottica atmosferica, geologia e geodesia, meteorologia.
Insomma, se Marconi fu il promotore dell’ING, Lo Surdo è stato colui che ha pazientemente edificato, un mattone sull’altro, il primo moderno istituto di geofisica italiano, selezionando scienziati di talento, realizzando la prima rete di monitoraggio nazionale e offrendo opportunità di ricerca a tanti giovani che poi si sarebbero affermati come scienziati di fama nazionale e internazionale.
Nel ripercorrere la storia della fondazione e dei primi anni di attività dell'ING, non abbiamo potuto fare a meno di approfondire le vicende personali di una figura controversa come quella del suo primo direttore. Stimato, oltre che da Marconi, anche dal matematico Vito Volterra e dal fisico Orso Mario Corbino, che lo aveva chiamato in cattedra a Roma nel 1918, Lo Surdo avrebbe dimostrato la parte peggiore del suo carattere quando si profilò all’orizzonte, nel 1926, la venuta a Roma di Enrico Fermi. Secondo i racconti tramandati da Emilio Segrè, uno dei più brillanti “ragazzi di via Panisperna”, Lo Surdo, accecato da gelosia accademica, si oppose inutilmente alla chiamata di Fermi alla cattedra in Fisica Teorica voluta dallo stesso Corbino, dicendo che la considerava “un’offesa personale”; poi sarebbe diventato un “nemico dichiarato di Fermi, che lo ricambiava”. Solo la partenza di Fermi negli Stati Uniti nel 1938 avrebbe messo fine a queste rivalità accademiche che, tuttavia –come abbiamo potuto documentare–, non impedirono lo svilupparsi di proficue collaborazioni fra il neo-direttore dell'ING e la quasi totalità degli allievi di Fermi, alcuni dei quali furono segnalati da quest’ultimo con tanto di lettera di raccomandazione indirizzata al direttore Lo Surdo.
Alla vigilia del conflitto, quando anche in Italia si giunse all'ignominia del Manifesto della Razza, Lo Surdo si trovò nel mezzo di un fuoco incrociato. Per il sol fatto di aver dato ampio spazio, all'interno dell'ING, alle ricerche sui raggi cosmici, bollate come “inutile fisica giudaica” da alcuni fascisti, Lo Surdo fu accusato di essere un “giudeo” annidato nelle istituzioni scientifiche. D’altra parte, volendo applicare la legge che vietava l’accesso agli istituti universitari ai cittadini di razza ebrea, fu accusato di essere un "fascista zelante". Per questo, negli anni della “defascistizzazione” Lo Surdo fu radiato dall'Accademia dei Lincei sotto la presidenza del matematico di origini ebree Guido Castelnuovo; per poi essere reintegrato a pieno titolo con votazione unanime della Classe di Scienze Matematiche Fisiche e naturali con la partecipazione dello stesso Castelnuovo.

Francobollo commemorativo di Antonino Lo Surdo,
nel centenario della nascita
Anche per questo intreccio tra scienza, politica e società, sullo sfondo di avvenimenti drammatici come la dittatura, la guerra e il travagliato ripristino della democrazia, la storia della nascita dell'ING può essere letta come un paradigma della vita italiana, in cui virtù scientifiche e umane debolezze di molti dei protagonisti risaltano con stridente contrasto.

Roma, 15 novembre 2016

Per saperne di più:

Franco Foresta Martin e Geppi Calcara, Per una storia della geofisica italiana. La nascita dell’Istituto Nazionale di Geofisica (1936) e la figura di Antonino Lo Surdo. Springer, 2010.


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