venerdì 3 luglio 2015

Studenti e laureati in Scienze Geologiche a Roma La Sapienza dal 1936 al 2015

di Gianni Lombardi

Introduzione
Il Corso di laurea in Scienze Geologiche fu inserito nello Statuto di quella che allora si chiamava semplicemente Università di Roma con il Regio Decreto n. 882 del 7 maggio 1936, ma in realtà era già stato avviato nell’anno accademico 1935-36. Nel 1935 si iscrissero laureati di altri corsi così che già nel 1937 ci furono i primi laureati. Il primo in assoluto fu Carlo Taricco, già laureato in medicina, che il 2 luglio 1937 discusse una tesi sul Siluriano della Sardegna. Il 30 novembre dello stesso anno si laurearono il dott. Giovanni Cerulli Irelli e Giorgio Chigi, ambedue già laureati in Chimica. La prima donna a laurearsi in Scienze Geologiche fu Cesarina Cortesi nel 1938-39 e la seconda Marcella Federico nel 1947-48. Nomi conosciuti dai cultori delle varie materie delle quali diventarono noti esponenti in campo scientifico e didattico.
Nel corso degli anni, l’offerta degli insegnamenti del corso di laurea aumentò in termini di numero e qualità e, ovviamente, cambiarono i contenuti. Sostanziali modifiche a livello legislativo furono introdotte nel 1958 e nel 1993, mantenendo comunque la durata di quattro anni. A partire dall’anno accademico 2002/2003 fu attivato il nuovo corso con durata triennale e collegate le lauree specialistiche della durata di due anni. Le strutture ove da sempre si è svolta l’attività didattica nel 1985 subirono un’importante evoluzione: i tre Istituti di Geochimica, Geologia e Paleontologia e Mineralogia e Petrografia si unificarono nel Dipartimento di Scienze della Terra, che da poco ha festeggiato il successo del3 primo trentennio di attività. 
Nel corso della sua storia, l’andamento delle iscrizioni al corso di laurea ha subito variazioni notevoli, in termini di numero di matricole e di iscritti, di studenti in corso e fuori corso, di studenti e studentesse. Nel 1993, in occasione di uno studio sull’occupazione dei laureati, l’autore fece una ricerca negli archivi de La Sapienza e raccolse i dati su matricole, iscritti e laureati dal 1936 a quell’anno. Dal 1992-1993 queste informazioni sono state inserite nel database dell’Ateneo e, recentemente il Centro elettronico de La Sapienza ha fornito i dati fino al 2015, completando quindi un panorama di quasi 80 anni di vita del corso di laurea. 
Mancano dati relativi ad alcuni anni del periodo bellico e per gli a.a. 1968-69, 1969-70, 1970-71 i dati sono incompleti. Tra il 1991 e il 1992, i dati su matricole e iscritti ricavati manualmente dagli archivi de La Sapienza e quanto inserito nel Centro dati mostrano alcune differenze, ma di scarsa entità e che non inficiano il quadro generale.

Matricole e iscritti
Nelle figure 1 e 2 sono illustrati i dati riguardanti matricole e iscritti del corso di laurea dal 1935 a oggi, che si prestano a varie considerazioni.
Come sintetizzato nella tabella 1, fino ai primi anni ’50, matricole e iscritti erano in piccoli numeri e gestiti da un sistema che poteva contare su poche unità di personale docente. Il numero delle matricole è probabilmente sottostimato, forse per un inserimento di parte di loro tra gli iscritti, che hanno numeri più ragionevoli e coerenti. Non è da sottovalutare che agli inizi Scienze Geologiche per molti sia stata una seconda laurea e chi transitava da un corso di laurea a un altro non figurava tra le matricole, ma solo tra gli iscritti.


Tab. 1 - Iscritti e matricole dei primi anni del corso di laurea in Scienze Geologiche


Negli anni ’50 cominciò il boom delle matricole e degli iscritti, complice anche il gran parlare che si faceva in quel periodo delle ricerche petrolifere. In pochi anni, le matricole passarono rapidamente dalle 20 e 16 degli a.a. 1953-54 e 1954-55 rispettivamente, alle 257 e 246 negli a.a. 1958-59 e 1959-60, con il totale degli iscritti a quote vicine ai 900 (fig. 2). Questo incremento pose problemi gravi alle fragili strutture di allora, sottoposte a un carico didattico molto pesante.


Passata questa grande ondata, per alcuni anni il numero delle matricole crollò, oscillando tra un massimo di 89 nel 1961-62 e un minimo di 42 del 1965-66. Negli anni successivi, l’interesse per il corso di laurea aumentò notevolmente e il numero di matricole continuò a crescere fino a stabilizzarsi a valori costantemente superiori a 400 tra il 1978-79 e il 1990-91. I massimi furono tra il 1983-84 e il 1988-89, con numeri compresi tra 494 e 531 e un massimo assoluto di 553 (1985-86).
Dall’a.a. 1993-94 il numero delle matricole a La Sapienza è calato e non ha mai più superato le 200 unità, se non nel 1994-95 (210) e nel 2013-14 (205), con un minimo di 85 nel 2010-11. Un calo di matricole che è avvenuto in molti Atenei italiani, accentuato nell’area romana con l’avvio nell’a.a. 1992-93 del Corso di laurea in Scienze Geologiche all’Università degli Studi Roma Tre.
Un aspetto interessante nella storia del nostro corso di laurea è l’evoluzione della presenza femminile. Per un lungo periodo, il corso di laurea in Scienze Geologiche sembrava essere precluso alle studentesse e la curva piatta della percentuale femminile delle figure 1 e 2 lo evidenzia in modo chiaro. In particolare, la curva delle matricole di sesso maschile e quella degli iscritti per lunghi periodi quasi coincidono con quella dei totali. Qualche numero quantifica meglio la situazione. Dal 1936-37 al 1955-56, le matricole donne sono state 14 (10,7%) rispetto a 117 uomini e nei successivi 20 anni, dal 1956-57 al 1976-77, 201 (6,2%) rispetto a 3041 uomini. Nel totale degli iscritti i rapporti sono di poco diversi. 
Dalla fine degli anni ’70, la situazione è cambiata in modo rilevante. La percentuale delle studentesse è aumentata notevolmente, dapprima mantenendosi, tra gli a.a. 1979-80 a 1993-1994, su una media del 25%. Negli ultimi venti anni, le studentesse matricole del corso di laurea sono ormai in media il 35%, con una  tendenza all’aumento: nell’a.a. 2006-07 hanno raggiunto quasi il 41%.
Riguardo ai numeri totali di iscritti al corso di laurea, si osserva che in media la percentuale delle studentesse aumenta leggermente tra gli iscritti rispetto a quanto risulta tra le matricole e questo concorda con quanto sarà illustrato successivamente: il tasso degli abbandoni è più alto tra gli uomini. 

Studenti in corso e fuori corso
Dall’a.a. 1990-91 sono disponibili i dati su studenti in corso e fuori corso (fig. 3). Mostrano un andamento molto variabile e di non facile interpretazione. A partire dall’a.a. 1992-93, per molti anni i fuori corso sono 



stati più degli studenti in corso. E’ un fatto che laurearsi entro i quattro anni previsti per il corso di laurea era veramente difficile e andare fuori corso una cosa normale, anche senza incappare in qualche esame o docente particolarmente ostico. Inoltre, in quegli anni gli studenti fuori corso pagavano tasse ridotte e quindi  molti si mantenevano iscritti all’università per molti anni sperando di laurearsi.
A partire dall’a.a. 2004-05 c’è stata un’inversione di tendenza e negli ultimi quattro anni gli studenti in corso sono diventati la maggioranza C’è una correlazione tra l’anno d’avvio della laurea triennale e la progressiva diminuzione dei fuori corso, ma anche con il periodo nel quale è stata approvata una maggiorazione del 50% delle tasse per i fuori corso. Attualmente, nel 2015, i fuoricorso della laurea del vecchio ordinamento quadriennale sono solo 13, rapidamente diminuiti dai 121, ad esempio, nel 2006-07 o i 223 del 2004-05. 

Quattordici anni della laurea triennale
Nell’a.a. 2002-2003 è partito il nuovo corso di laurea triennale, con sostanziali cambiamenti del percorso accademico. Dopo quattordici anni di attività, la situazione è riassunta nella tabella 3.
I laureati dei primi anni sono derivati da passaggi dal vecchio ordinamento di studenti che già avevano un patrimonio di esami superati di corsi riconoscibili per quelli del nuovo ordinamento. Come già accennato prima, continua l’aumento del numero delle studentesse sia tra le matricole sia tra i laureati, con percentuali di presenza notevoli, specialmente negli ultimi anni. 


Tab. 2 - Matricole e laureati del corso triennale in Scienze Geologiche





Anche con il corso di laurea triennale i tempi per laurearsi sono lunghi, troppo lunghi e solo pochi studenti riescono a laurearsi nei tre anni previsti. Dall’andamento di questi primi anni della triennale sembra comunque che vi sia una diminuzione degli abbandoni. Ad esempio, tra l’a.a. 2002-03 (avvio della laurea triennale) e l’a.a. 2011-12 si è avuto un totale di 1027 matricole. Gli studenti dell’a.a. 2011-12 hanno completato la frequenza dei corsi nel giugno del 2014 e tecnicamente si potrebbero laureare in corso entro maggio 2015. A gennaio 2015, il totale dei laureati del corso di laurea triennale era di 505. In questo numero sono compresi laureati transitati alla triennale dalla quadriennale e quindi con un percorso facilitato in termini di tempi. Comunque il rapporto laureati/matricole sembra essere migliorato.  

Matricole e laureati
In un sistema universitario anglosassone, la massima parte delle matricole raggiunge la laurea, ma in Italia le cose funzionano in modo diverso (fig. 7). La sintesi è in figura 4 e in tabella 3: matricole iscritte a Scienze Geologiche dal 1936 al 2015: 14.688; totale dei laureati 4.510, cioè meno del 31% degli immatricolati. Le studentesse presentano indici d’abbandono decisamente minori, con una differenza nel rapporto matricole/laureati rispetto agli studenti di oltre 10 punti percentuali. Sarebbe interessante studiare se a questo maggiore tasso di successo corrispondano anche medie degli esami più alte.


Un alto tasso d’abbandoni è una situazione ben nota e condivisa da tanti corsi di laurea degli Atenei italiani, ma non per questo meno grave. Nel 2002-03,  all’avvio della laurea triennale, come illustrato nel recente articolo sul sito Geoitaliani (maggio 2015), un’analisi sulle prove sostenute alla fine di luglio del primo anno dalle matricole del corso di laurea in Scienze Geologiche de La Sapienza ha mostrato che ben il 25% non aveva sostenuto alcun esame, ma in realtà non era mai venuto all’Università. Non era stato quindi un fallimentare sistema d’insegnamento del corso di laurea ad eliminare queste matricole, ma cause varie, esterne al sistema didattico. Dagli indici di frequenza delle lezioni ed esercitazioni, si deduce che già al secondo anno la percentuale degli abbandoni supera il 40%.


Tab. 3 - Matricole e laureati dal 1936 al 2015

Il totale delle matricole che si perde negli anni è un numero molto preoccupante, che corrisponde a un pesante spreco di risorse del sistema accademico nei primi anni di corso. Con 100 matricole iscritte, I docenti degli insegnamenti del primo anno lavorano per l’istruzione di circa 70 matricole sapendo già che solo 35-40 arriveranno alla laurea. Su questa situazione vi è un ampio dibattito su scala nazionale e si cerca di individuare i fattori che la creano e i possibili rimedi. Tra i vari elementi considerati: migliore informazione ai licei, scarsa preparazione degli studenti, età degli studenti, situazione familiare, scelta sbagliata del corso di laurea, approccio didattico da perfezionare, mancanza di adeguate infrastrutture materiali e finanziarie per il sostegno degli studenti, condizioni economiche e sociali. Ma il risultato è comunque l’inefficienza del sistema accademico dal punto di vista della produttività.
Ci sono certamente motivi personali, sociali, ambientali che causano gli abbandoni, ma qualche intervento nella struttura accademica potrebbe portare a un miglioramento della situazione, con un’utilizzazione più razionale delle risorse umane e infrastrutturali disponibili. Personalmente credo sarebbe molto utile studiare a fondo qual è la realtà degli abbandoni, che sono in una percentuale troppo elevata per essere lasciata solo a livello numerico. Le cause devono invece essere approfondite e analizzate per cercare di fare azioni mirate che aiutino gli studenti a proseguire il loro percorso. Il corso di laurea in Scienze Geologiche de La Sapienza ha numeri di matricole e iscritti sufficienti dal punto di vista statistico e ancora gestibili nella loro entità. Si presterebbero bene per un’analisi dettagliata del problema, contattando coloro che hanno abbandonato il corso di laurea triennale per conoscere i motivi che hanno causato il non raggiungimento della laurea. Sulla base dei risultati, si potrà quindi verificare in che modo è possibile intervenire sui punti di competenza e nelle capacità del Dipartimento. Le percentuali di abbandono sono troppo elevate, hanno un costo umano, economico e sociale tutt’altro che trascurabile e c’è il dovere d’intervenire, ove necessario e utile, con dei rapidi aggiustamenti anche del sistema della didattica.

Ringraziamenti
L’autore ringrazia il Prof. Michele Lustrino del Dipartimento di Scienze della Terra per la collaborazione e il Centro Elaborazione Dati, La Sapienza Università di Roma, per la disponibiità e rapidità nel fornire i dati d’archivio.

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