lunedì 9 giugno 2014

Votate un luogo del cuore: l'edificio di Largo Santa Susanna, a Roma



Può un edificio essere il simbolo di una disciplina scientifica? Secondo noi sì.

La geologia si strutturò come disciplina moderna nelle isole britanniche, e non a caso a Londra vengono adeguatamente curati e conservati i luoghi simbolici di questo primato: pensiamo in primo luogo al Natural History Museum di South Kensington, spazio espositivo prestigioso con flussi di visitatori da noi neanche immaginabili, o la Burlington House di Piccadilly, sede della Geological Society of London.

In Italia invece l’edificio abbandonato dell’Ufficio Geologico di Largo Santa Susanna a Roma è l’impietoso emblema dell’immeritato declino delle Scienze della Terra nel contesto culturale nazionale del XXI secolo. Questo bene collettivo è ad altissimo rischio di oblìo, proprio in un Paese esposto ai rischi naturali, dalle mille tragedie subito dimenticate dopo pochi giorni, che non può permettersi - ora più che mai - di perdere la propria memoria geologica.
Per questi motivi si è recentemente deciso di inserire lo storico edificio di Largo Santa Susanna a Roma, sede del Servizio Geologico d’Italia (già Regio Ufficio Geologico) e del Museo Geologico Nazionale, tra i “Luoghi del Cuore”, nell’ambito del censimento dei luoghi italiani da non dimenticare promosso per il 2014 dal FAI - Fondo per l’Ambiente Italiano.

GEOITALIANI sostiene questo progetto finalizzato a far riconquistare ai cittadini di Roma, d’Italia e del resto del mondo le Collezioni geologiche dello Stato italiano, che contengono - tra l’altro - le Collezioni di marmi antichi tra le più prestigiose al mondo, oggi tutte imballate e non visibili, se non in parte e solo on line (http://www.isprambiente.gov.it/it/museo/collezioni).

E’ lecito sognare che il nostro luogo del cuore, situato in pieno centro storico a Roma ed in posizione strategica rispetto ai principali percorsi turistici, possa un giorno tornare ad essere ciò che merita?
Se siete sensibili a questo tipo di “sottrazione“ della conoscenza e del godimento dei beni culturali e condividete il nostro ragionamento, vi chiediamo quindi di divulgare l’iniziativa e di VOTARE e FAR VOTARE il nostro luogo del cuore, l’edificio di cui di seguito vi narriamo la storia.

http://iluoghidelcuore.it/luoghi/roma/roma/museo-geologico/80556


La storia dell'edificio dell'Ufficio geologico di Largo Santa Susanna

di Marco Pantaloni e Fabiana Console

L'edificio di grande prestigio, progettato dall'ing. Raffaele Canevari, venne inaugurato dal Re Umberto I il 3 maggio 1885 come “Museo Agrario Geologico”, ed è stato la sede storica dell’Ufficio Geologico, della biblioteca e delle sue collezioni per oltre 100 anni.
Il palazzo si trova in pieno centro storico, a poche centinaia di metri dalla Stazione Termini, all’inizio di via Bissolati, sede delle più importanti compagnie aeree internazionali, e a poche centinaia di metri da via Veneto e piazza Barberini.
Chiunque abbia visitato la città, per lavoro o per turismo, ci è passato di fronte e ha notato la scritta, posta sulla sommità della facciata “R. Ufficio Geologico”.



Nell’edificio vennero ospitate ed esposte al pubblico, dislocate su tre piani su una superficie di 2.700 m2, le prestigiose collezioni paleontologiche e lito-mineralogiche appartenenti al Servizio Geologico d’Italia, fino al 1995, anno in cui gli uffici e il museo furono chiusi per consentire la ristrutturazione dell’edificio.
Il Museo era il quarto in Europa dopo quelli di San Pietroburgo, Berlino e Londra, e il Servizio geologico partecipò, nel corso degli anni, ad importantissime esposizioni di risonanza internazionale dando lustro al nostro Paese.
Nello stesso era ospitata anche la Biblioteca del Servizio, la più completa in Italia, ancora oggi, nel campo delle Scienze della Terra, che comprende circa 46.000 carte geologiche e geotematiche, delle quali 15.000 italiane (oltre 1000 appartenenti al fondo antico), 2.200 testate di periodici (per complessivi 80.000 volumi), 15.000 monografie (circa 700 antiche), 63.000 fotogrammi di telerilevamento aereo.
Oltre ai beni “materiali”, l’edificio ha ospitato, nel suo lungo periodo di vita, l’attività dei più illustri scienziati (geologi e ingegneri) che hanno contribuito allo sviluppo della nostra disciplina, portando avanti, nel tempo e con grande spirito di sacrificio, il progetto di cartografia geologica del nostro Paese. I nomi di questi scienziati potranno apparire sconosciuti ai più, ma cercando informazioni sul contributo fornito da Quintino Sella, Felice Giordano, Igino Cocchi, Bernardino Lotti, Domenico Zaccagna, Nicolò Pellati, Pompeo Moderni, Vittorio Novarese, molti rimarranno stupiti dell’importante ruolo da loro ricoperto, sia in ambito scientifico, sia politico che sociale.

Il patrimonio della Biblioteca e le Collezioni Paleontologiche e Litomineralogiche del Servizio Geologico d’Italia sono state acquisite dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) nel 2008, data della istituzione di questo importante Ente di Ricerca.
Questo patrimonio consiste di oltre 150.000 reperti tra fossili, rocce, marmi e minerali, rilievi geologici, strumentazione scientifica, cimeli ed opere d’arte oltre ai 250.000 documenti biblio-cartografici  nonché l’inedito Archivio Storico del Regio Servizio Geologico.
La storia e l’origine di questo prestigioso patrimonio, bene culturale da tutelare e diffondere, è essenziale per non perdere parte delle radici storiche del nostro passato.
Fin dai primi anni dello Stato unitario illustri studiosi ed uomini politici, quali Quintino Sella e Felice Giordano, sollecitano il Governo a dotarsi di uno strumento di base per la conoscenza del territorio come quello della Carta Geologica d’Italia, con la consapevolezza che la conoscenza del suolo e del sottosuolo costituisse l’indispensabile supporto per le attività industriali, agricole ed infrastrutturali del Paese da poco unito.
Nel 1861 viene istituita, con Regio Decreto, una Giunta Consultiva per stabilire norme e metodi per la “formazione” della Carta Geologica del Regno d’Italia. L’avvio dei lavori avverrà però in seguito, dopo l’istituzione del Regio Comitato Geologico nel 1867 quale Sezione del Consiglio delle Miniere presso il Ministero d’Agricoltura, Industria e Commercio (MAIC).
Questo viene “incaricato della compilazione e pubblicazione della grande Carta Geologica del Regno d’Italia e di dirigere i lavori, raccogliere e conservare i materiali e i documenti relativi”. Fin da quell’anno viene a costituirsi quindi, a Firenze, un primo nucleo di reperti delle future Collezioni Paleontologiche.
Il Regolamento del Comitato stabilisce che “in un locale presso il MAIC, dovranno essere collocati l’Archivio geologico del Comitato, la Biblioteca, gli strumenti scientifici per le operazioni di campagna e le raccolte mineralogiche e paleontologiche provenienti dal progredire dei lavori”.
Tra i compiti del Comitato c’è, quindi, oltre a quello di valutare le riserve minerarie del paese, di costituire una raccolta sistematica con i materiali raccolti durante i lavori di studio e rilevamento.
Viene quindi istituita una Commissione ad hoc, che dà avvio alla raccolta dei prodotti minerali ad uso edilizio e decorativo, con lo scopo di “inventariare, documentare e valorizzare i prodotti naturali del territorio nazionale prospettandone i pregi e le potenziali suscettività economiche”. Queste “collezioni industriali” vanno quindi ad aggiungersi alle “collezioni scientifiche”, composte dalle raccolte di fossili e rocce provenienti dai siti di rilevamento della Carta Geologica.
Il 15 giugno 1873, con un R.D., viene istituito a Roma, nuova capitale del Regno, l’Ufficio Geologico, per provvedere alla realizzazione della Carta Geologica d’Italia, sotto la direzione scientifica del Comitato.
Nel 1875, il Comitato, l’Ufficio Geologico e tutti i reperti ed i documenti già raccolti nei lavori di rilevamento e depositati presso la Regia Scuola di Applicazione di Torino, il Museo di Storia Naturale di Firenze, il Distretto minerario di Caltanissetta, la Regia Università di Roma e il Museo di Scienze Naturali dell’Università di Pisa, confluiscono a Roma nella Regia Scuola di Applicazione per gli Ingegneri (nell'ex convento di San Pietro in Vincoli).
Tra il 1883 ed il 1885 il patrimonio viene finalmente trasferito presso l’edificio in Largo di S. Susanna al civico 13, costruito appositamente per ospitare una grandiosa esposizione museale; venne infatti inaugurato dal Re Umberto I il 3 maggio 1885 come “Museo Agrario Geologico”.







Quando la sede di Largo di Santa Susanna venne chiusa, a seguito dell’esigenza di ristrutturare il “palazzo Canevari”, si rese necessario il trasferimento delle Collezioni, della Biblioteca e degli uffici: la maggior parte dei reperti e parte del materiale librario fu imballato in casse lignee e trasferito in magazzini, mentre i reperti museali più significativi, prestigiosi e delicati, insieme agli uffici, furono trasferiti nell’edificio di Via Curtatone, 3, sede del Dipartimento per i Servizi Tecnici Nazionali (DSTN), in cui era confluito nel frattempo il Servizio Geologico.
Qui fu realizzata solo un’esposizione di reperti selezionati mentre la biblioteca fu riorganizzata e riaperta al pubblico. Il trasferimento doveva essere solo temporaneo, in attesa della ristrutturazione della sede storica. Nel 1998, purtroppo l’edificio di Largo di Santa Susanna venne inserito nei beni demaniali da cartolarizzare e venduto ad una società immobiliare.





Con l’istituzione dell’ISPRA e con l’accorpamento degli enti confluiti, venne realizzata una unica sede, priva però di spazi espositivi, motivo per il quale le preziose collezioni si trovano a tutt’oggi chiuse nei depositi, non fruibili da parte della comunità.
Di fatto, negli ultimi venti anni si è assistito ad una perdita della fruizione delle importanti Collezioni geologiche dello Stato italiano da parte degli studiosi e la sottrazione al pubblico.
Eppure, una misura dell’importanza e dell’interesse del pubblico nei confronti di questo prestigioso patrimonio, si è avuta anche in tempi più recenti: nel 2011, in occasione delle celebrazioni per il 150° dell’Unità d’Italia le Collezioni del Servizio geologico, considerate uno dei principali “luoghi della memoria” nella Città di Roma, sono state aperte al pubblico per la XIX Giornata FAI di Primavera, registrando in soli due giorni più di 1500 visitatori.



Inoltre, la Collezione dei piani-rilievo geologici (plastici in 3 dimensioni) ha preso parte alla Mostra “Alle radici dell’Identità nazionale. Italia Nazione Culturale”, tenutasi nel Complesso Monumentale del Vittoriano, inaugurata dal Presidente della Repubblica e visitata da decine di migliaia di cittadini in poco più di 15 giorni.



Chiudiamo questo post con l’auspicio che l’immenso e importante patrimonio culturale costituito dalla Collezione museale del Servizio geologico d’Italia torni ad essere fruibile a tutti, scienziati, studiosi, studenti e comuni cittadini, al pari di quello che avviene nelle più importanti capitali europee, per non dimenticare il ruolo che la geologia ha avuto nello sviluppo sociale, economico e culturale del nostro paese.


Per saperne di più:



Argentieri A. (2013) - I geoscienziati nell’odonomastica della città di Roma

Corpo Reale delle Miniere (1904) - Guida all’Ufficio Geologico con appendice sulle Collezioni di pietre decorative antiche, Roma.



D’andrea  M. (2012) - "Le Collezioni Geologiche e Storiche dell’ISPRA: la Collezione dei plastici storici del Regio Ufficio Geologico, Introduzione", in ISPRA, I plastici storici del Servizio Geologico d’Italia, Roma:III-V.



D’andrea  M.. (2013) - "La Collezione dei plastici storici del Servizio Geologico d’Italia: il 3D geologico a cavallo tra XIX e XX secolo",  in Uomini e ragioni: i 150 anni della geologia Unitaria, Atti Sessione F4 Geoitalia 2011-VIII Forum italiano di Scienze della Terra, Roma: 135-150.










1 commento:

  1. mi sono commosso grazie davvero. Santa Susanna era ed è per noi geologi un luogo davvero pieno di ricordi. Quando sono stato a Londra la prima cosa che ho pensato è stata..perchè noi no? Perchè noi il nostro palazzo ce lo hanno tolto e le collezioni rese "invisibili"? Perchè mai?

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