mercoledì 12 marzo 2014

1779: Dei vulcani o Monti Ignivomi

Dei Vulcani o Monti Ignivomi più noti,
e distintamente del Vesuvio
di Marco Pantaloni e Fabiana Console


La nostra ricerca nel fondo bibliografico storico della Biblioteca ISPRA, appartenente in origine al Servizio geologico d’Italia e, ancora prima, al R. Comitato geologico, rivela sempre delle scoperte affascinanti.

A Livorno, nel 1779, venne pubblicata una particolare raccolta, in due tomi, di “Osservazioni fisiche e notizie istoriche di uomini insigni di varj tempi, raccolte con diligenza” relativa ai “Vulcani o Monti Ignivomi più noti, distintamente del Vesuvio”.

Diversi Autori contribuirono a tale volume; tra tutti abbiamo scelto la lettera di Guglielmo Derham, che disserta su “Le caverne sotterranee e de’ monti che vomitano fuoco”.

William Derham (1657-1735), sacerdote inglese e filosofo delle scienze naturali, membro della Royal Society, viene ricordato come colui che per primo valutò la velocità del suono. Studiò al Trinity College a Oxford nel periodo 1675-1679, venne ordinato nel 1681 e percorse tutti i ranghi dell’Ordine sacro; morì a Upminster, nei dintorni di Londra.

William Derham (1657-1735)

Pubblicò tre libri molto noti: The Artificial Clockmaker, un trattato sugli orologi e sui meccanismi; Physico-Theology, che contiene le sue osservazioni sulle variazioni naturali interspecifiche; Astro-Theology, nel quale descrive nuove nebulae che identificò con il suo telescopio da 16 piedi posizionato sulla torre della Chiesa di St. Laurence.
Non abbiamo trovato riferimenti in lingua originale della lettera rinvenuta nel volume della biblioteca ISPRA; niente risulta, nemmeno, su chi abbia tradotto la stessa lettera in italiano. Interessante è invece l’analisi che Derham compie sul significato delle eruzioni vulcaniche: da rigido teologo-naturalista giustifica i vulcani come “saggie invenzioni del Creatore, che agli usi del Globo, e alli fini del governo d’Iddio grandemente servono”. Oltre ad avere sicure (ma oscure) funzioni all’interno della Terra, i “monti che vomitano fuoco” servono “ai paesi dove si trovano” perché, oltre che indicare ai “peccaminosi abitatori del globo i presagi dell’Inferno stesso”, hanno la funzione di “sfiatatoi per il fuoco e i vapori che farebbero danni funestissimi colle scosse e convulsioni della terra”.
Richiama John Woodward, illustre geologo, paleontologo e naturalista inglese, fondatore della cattedra di “Professore woodwardiano di geologia”, che in suo saggio associa i territori funestati da sismicità con la presenza, quasi sempre, di “uno di questi sfoghi”, così come ricorda che le scosse sismiche si verificano sempre quando il vulcano è in attività. Qualora non esistessero queste aperture, continua, gli effetti del terremoto sarebbero ancora più distruttivi, attribuendo quindi ai Monti Ignivomi “di tanto gran benefizio a' paesi dove si trovano”.
Nel volume che abbiamo analizzato, intercalato alla lettera di Derham che riportiamo qui sotto in trascrizione, abbiamo rinvenuto un pregevole schizzo del Vesuvio che proponiamo e che, da solo, vale qualche minuto di attenzione.

Prospetto del Vesuvio dal Palazzo Regio


Dei Vulcani o Monti Ignivomi più noti, distintamente del Vesuvio.
Osservazioni fisiche e notizie istoriche
Di uomini insigni di varj tempi, raccolte con diligenza
Tomo II
Livorno, 1779

Delle caverne sotterranee e de' monti che vomitano fuoco

SAGGIO del Sig. Guglielmo Derham

Prenderò notizia delle caverne sotterranee delle grotte, e de' monti, che vomitano fuoco, perché sono considerate per obiezione (vedi Burnet) alla presente invenzione, e struttura del Globo. Ma se sieno bene esaminate, si troveranno saggie invenzioni del Creatore, che agli usi del Globo, e alli fini del governo d’Iddio grandemente servono. Oltre a molte funzioni, e operazioni grandi, e segrete della Natura dentro le viscere della terra, alle quali in tutta probabilità possono queste essere d’utilità, sono elleno d’un uso grande ai paesi dove si trovano. Per esempio la peggiore di tutte le cose nominate, cioè i monti che vomitano fuoco, quantunque sieno delle più terribili cose del Globo, e spaventosi flagelli de’ peccaminosi abitatori del medesimo, e possano servire loro d’emblemi, e presagi dell’Inferno stesso; pure sono questi ancora di grande uso, come di sfiatatoi, ovvero di necessarie aperture (vedi Plin. Hist. Nat. L. 2 c. 82) a’ paesi, ove sono. Servendo per isventare il fuoco, e i vapori, che farebbero danni funestissimi, come sovente avviene, colle scosse, e convulsioni loro della terra.
Anziché se è vera l'ipotesi del fuoco, e dell'acque nel centro, queste aperture sembrano utilissime per la pace, e quiete dell'Aqueo Terrestre Globo, nello sventare i sotterranei vapori, e calore; i quali se fossero di soverchio ristretti , farebbero terribili, e pericolosi sommovimenti della terra, e dell’acque.
Si puote adunque, come uno special favore della Divina Provvidenza considerare , come dal preaccennato Autore si osserva (Saggi di Woodward par. 3 Con. 13), che non vi è quasi paese, che da' terremoti sia molestato, che uno di questi sfoghi non abbia. E questi (dice·egli) sono sempre ardenti, quando il terremoto si fa sentire, scaturendo essi quel fuoco il quale mentre stava sotto, era di quel disastro cagione.
In vero, se non fossero queste aperture, di cui avesse l'uscita, più furiosamente s'agiterebbe nelle viscere della terra, e maggiore strage del solito cagionerebbe. Talché sebbene i paesi dove sono questi monti, che vomitano fuoco, sieno per ordinario più o meno da’ terremoti molestati; pure se non ci fossero questi sfoghi, il farebbero di più, che no'l sono; anzi in tutta probabilità, di una tal maniera, che la terra per un vasto spazio intorno perfettamente disabitata renderebbero. In una parola (soggiugne egli) di tanto gran benefizio sono questi a' paesi, dove si trovano, che non vi mancano esempi di luoghi liberatisi da' terremoti per lo scaturimento d'una nuova voragine; questa sempremai scaricando quella materia, che fino a quel tempo era stata ristretta, e nelle viscere della terra imprigionata, che di quelle grandissime, e frequenti calamitadi era cagione.


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